«Due mesi fa erano stati individuati 35 milioni per l’erogazione di un incentivo straordinario al personale che è stato e continua ad essere impegnato nella lotta al Covid-19, con relativa firma dell’accordo su base regionale. Ad oggi, però, non abbiamo nessuna notizia dell’attivazione dei tavoli di concertazione in sede aziendale per la ripartizione delle cifre, così come stabilito. Che fine hanno fatto i soldi per gli incentivi?».
Lo affermano Carmelo Urzì (nella foto sopra) e Raffaele Lanteri, rispettivamente segretari regionali delle federazioni Ugl sanità e medici Sicilia, chiedendo quindi all’Assessorato regionale della Salute, ed alle singole aziende sanitarie ed ospedaliere «di poter fare immediata chiarezza perchè i dipendenti della sanità hanno diritto a questo segnale di riconoscenza per quanto fatto, specie in questo momento in cui rischiano di dover tornare in trincea».
I due sindacalisti aggiungono: «All’assessore Ruggero Razza abbiamo richiesto un incontro per definire gli strumenti di valorizzazione del personale con contratto diverso da quello del pubblico (Seus 118, ospedali “classificati”, “sperimentazioni gestionali”, ditte in appalto) così come previsto dall’articolo n° 5 del protocollo di intesa sugli incentivi siglato a Palermo il 24 giugno. Attendiamo quindi una risposta concreta in favore di questi lavoratori».
Dall’Ugl, invece, manifestazione soddisfazione per lo sblocco dei fondi, rispettivamente per 85 milioni da destinare al potenziamento delle tecnologie negli ospedali e 120 milioni per l’edilizia sanitaria, nell’ambito di un più vasto programma da 1,5 miliardi di euro.
Urzì e Lanteri sottolineano: «Questo stanziamento, che riteniamo assolutamente positivo, consentirà a numerose aziende ospedaliere e sanitarie di ricevere somme importanti per incrementare il livello di qualità e delle prestazioni, oltre che di accoglienza con nuovi e moderni locali. Una notizia che segna un’inversione di tendenza rispetto al recente passato quando invece si parlava soltanto di tagli alla spesa in favore della sanità pubblica regionale».