PALERMO. «Sì alla patente di immunità anche in Sicilia, per continuare la lotta al Coronavirus ed avviare una sicura fase 2».
A lanciare il suggerimento sono i segretari delle federazioni regionali Ugl sanità e Ugl medici, Carmelo Urzì e Raffaele Lanteri, ed il segretario regionale Giuseppe Messina, che ritengono indispensabile l’estensione a tutti dei test sierologici (integrabili con il tampone), in modo tale da ottenere un vero e proprio censimento sanitario della popolazione siciliana.
«Abbiamo visto come l’utilizzo della sola tecnica dei tamponi a tappeto sia complicata per via del reperimento dei materiali di consumo necessari e dei tempi di attesa. Il metodo di prelievo ed esame del sangue per la rilevazione degli anticorpi IgM e IgM anti Sars-Cov2, già sperimentato con successo in alcune regioni del nord da alcuni giorni, è una soluzione percorribile in termini di praticità, potendosi fare in numerose strutture nel territorio, ma soprattutto di risposta immediata visto che in pochi minuti arriva l’esito. Non solo, alleggerirebbe il circuito dei tamponi, già in sofferenza per i noti problemi, riservandoli a situazioni specifiche».
Dal sindacato sottolineano: «Immaginiamo quindi che la nostra Regione metta a punto una vera e propria patente, attraverso lo screening della cittadinanza con relativa campagna di sensibilizzazione, magari dando finalmente un senso all’utilizzo della tessera sanitaria. Siamo certi che il presidente della Regione Nello Musumeci e l’assessore della Salute Ruggero Razza prenderanno in considerazione anche questa nostra proposta. Abbiamo infatti potuto apprezzare la disposizione con la quale l’assessore Razza ha accolto la nostra richiesta di allargare la platea delle strutture convenzionate, abilitate al rilascio dei test sierologici, anche alla rete di laboratori privati presenti in quasi tutti i paesi siciliani ed auspichiamo che possa essere allargato il parterre degli abilitati ai tamponi».
«Con questo abbiamo raggiunto due obiettivi: ridare ossigeno a tanti operatori del settore rimasti fermi ed in forte crisi a causa del blocco totale delle attività anche sanitarie, nonchè porre le basi per censire e mettere in sicurezza i siciliani– puntualizzano i sindacalisti- Se questo accade, come noi pensiamo, vuol dire entrare appieno nella tanto attesa fase 2 ovvero la ripartenza di molti altri settori produttivi isolani attualmente ancora al palo ed al limite della disperazione».