PALERMO. «La Sicilia è zona arancione soprattutto per la carenza di posti in terapia intensiva. Il governo regionale adesso sta correndo per recuperare il tempo perduto e quanto avrebbe dovuto fare nei mesi scorsi ma occorre trovare rimedi alla mancanza di Anestesisti rianimatori e di personale specializzato per evitare che i posti di rianimazione attivati, restino, in parte, in utilizzati».
È l’analisi della segreteria regionale della Fials-Confsal: «I 21 indicatori di pericolosità- prosegue il sindacato- sono noti a tutti i governatori regionali, sin dal mese di maggio. L’elemento che più ha pesato nel confinamento dell’isola in zona arancione, è quello della carenza dei posti di terapia intensiva. Basta osservare la collocazione in zona gialla di Lazio e Campania, con un numero di contagi nettamente superiori alla Sicilia, per rendersi conto della possibile soluzione del mistero».
Infine, dalla Fials-Confsal aggiungono «ci spiace sottolineare un’ulteriore grave carenza in quasi tutte le Aziende sanitaria dell’Isola, con eccezione di Catania: la mancanza di anestesisti rianimatori e di personale specializzato, alla quale occorre trovare, parimenti, opportuni rimedi, al fine di evitare che i posti di rianimazione attivati, restino, in parte, in utilizzati».