Chiarita all’Ordine dei Medici di Palermo la procedura da attuare nei casi a rischio di coronavirus. Nel corso di un incontro straordinario, trasmesso anche in diretta streaming sul sito dell’Omceo, il presidente dell’Ordine Toti Amato ha dato lettura di una guida pratica con le indicazioni fornite dal ministero della Salute e dedicate ai medici di medicina generale, ai medici di continuità assistenziale, ai pediatri di libera scelta ma anche ai libero professionisti che si dovessero trovare a fronteggiare casi sospetti di contagio.
“Ci sono notizie che devono essere date perché – ha spiegato il presidente Toti Amato – abbiamo ricevuto telefonate da colleghi medici che hanno posto domande su come procedere in caso di emergenza. E’ mio compito quindi dare indicazioni precise”. Attraverso una cartella analitica, sono stati illustrati i passaggi che un medico deve seguire nel caso in cui si trovi davanti a un caso sospetto di coronavirus. Il paziente deve presentare uno o più di questi sintomi:
- febbre oltre i 37,5°
- rinorrea,
- cefalea,
- tosse,
- mal di gola,
- dolori muscolari,
- vomito,
- coscienza alterata,
- dispnea a riposo.
Quindi il medico deve procedere alla valutazione di rischio epidemiologico, anche telefonicamente o telematicamente, chiedendo: se il paziente, nei 15 giorni precedenti, ha avuto un soggiorno recente in un Paese straniero o in località dichiarate ufficialmente ad alto rischio di contagio; o se, sempre nei 15 giorni antecedenti, ha avuto contatti con persone rientrate dalle aree sopraelencate. Nel caso di risposta positiva bisogna allertare il 112 – Nue (Numero unico di emergenza) – o il 1500 e compilare la scheda di segnalazione (da scaricare dal sito web del ministero della Salute) con domande di natura anamnestica attraverso le quali calcolare il rischio da coronavirus.
A questo punto è necessario adottare tutte le misure precauzionali tra cui: isolamento dello studio, l’uso di dpi – dispositivi di protezione individuale – (guanti, mascherina, occhiali e camice monouso), disinfettare le superfici e smaltire i rifiuti come “rifiuti speciali”. Alla richiesta di fornitura dei dpi, il presidente dell’Omceo di Palermo ha precisato: “Dopo aver contattato i nostri fornitori, ci è stato comunicato che purtroppo tutte le mascherine risultano esaurite”.
Infine, dopo aver valutato il rischio epidemiologico, è fondamentale operare una rivalutazione telefonica periodica e concordare una visita con le dovute precauzioni. Necessario anche sconsigliare il ricorso autonomo ai servizi di pronto soccorso. Come sottolineato dal presidente dell’Ordine dei Medici, ma come spiegato anche dal presidente della Regione Nello Musumeci nel corso della conferenza stampa convocata a Catania, in Sicilia non vige momentaneamente alcuno stato di allerta. Sono stati fatti già 50 tamponi faringei nella regione e sono risultati tutti negativi, compreso quello di un 20enne delle Madonie recatosi al pronto soccorso dell’ospedale Giglio di Cefalù dopo essersi rivolto alla guardia medica accusando sintomi influenzali e dopo aver dichiarato di avere avuto contatti con la fidanzata rientrata in Sicilia da un comune del Nord Italia.