PALERMO. È stato denominato “C-Cube” il sistema di protezione per operatori sanitari e pazienti messo a punto all’Ismett-Irccs di Palermo, che permette di operare in sicurezza i pazienti sottoposti a procedure endoscopiche e ad alto rischio di potenziale trasmissione del Coronavirus.
«Il cubo è in policarbonato e, come sempre accade qui all’Ismett, l’idea è scaturita da un confronto all’interno del team. L’obiettivo è tutelare la salute sia dei pazienti che degli operatori sanitari, in modo da scongiurare il rischio di contagi. Questo esemplare è unico ed è stato costruito qui a Palermo, con un costo molto contenuto- spiega il dottore Mario Traina, responsabile del servizio di “Endoscopia Digestiva” dell’Ismett- Due fori consentono all’anestesista di procedere all’intubazione, un altro è utilizzato dall’endoscopista e una terza apertura è riservata alla parte del corpo del paziente che fuoriesce dal cubo. Una pellicola di plastica viene posta sui fori per evitare la fuoriuscita dell’aerosol, perché è presente un sistema di aspirazione dell’aria contenuta dentro il tubo».
Durante la recente pandemia è stato dimostrato che gli operatori sanitari più a rischio di contrarre a loro volta il virus sono coloro che intubano il paziente e chi effettua operazioni lunghe e complesse. Proprio da questi dati è nata tra i professionisti della sanità l’esigenza di imparare a proteggersi.
«Noi utilizziamo il C-Cube per gli interventi in endoscopia “alta” e per le procedure che durano molto tempo, ad esempio quelle alle vie biliari e all’intestino. Nell’articolo pubblicato sulla rivista internazionale Endoscopy abbiamo fornito tutti i dettagli, misure comprese, per chi volesse auto-costruirlo in maniera da condividere con tutti la nostra esperienza. Le dimensioni sono state opportunamente calibrate per avere il corretto bilanciamento degli spazi destinati al paziente, agli operatori sanitari e al tavolo radiologico. La direzione dell’Ismett anche in questo periodo molto difficile si è impegnata a tutelare la salute dei pazienti e degli operatori sanitari, pertanto il C-Cube è stato un piccolo esempio concreto di questa linea di pensiero costante».
«In questo ultimo periodo ci siamo spesso sentiti chiamare eroi, in realtà il pericolo è una costante della nostra professione, non soltanto a causa del Coronavirus. È vero, infatti, che abbiamo pensato alla realizzazione del C-Cube in questo periodo, ma esso sarà utile per operare in sicurezza anche dei pazienti affetti da altre malattie infettive come l’AIDS o la tubercolosi- precisa il dottore Gaetano Burgio, responsabile dell’Unità di “Anestesia e Sala Operatoria” dell’Ismett- Questa del cubo è un’idea molto semplice ma molto utile, perché crea una barriera che mette in sicurezza tutti, sia i pazienti sia gli operatori sanitari. Ancora una volta è stato così dimostrato che spesso i momenti di difficoltà stimolano l’inventiva e l’intuizione, permettendo di modificare in meglio la realtà odierna e il futuro».
Codice QR per visualizzare il video realizzato dall’Ismett