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Coronavirus, all’Ismett al via i test sierologici per verificare l’efficacia del vaccino

L'obiettivo è testare il grado di protezione raggiunto dai dipendenti che abbiano ricevuto la seconda dose del Pifizer-BionTech. Analogo test viene richiesto all'Arnas Civico dal responsabile dell'“Allergologia e Immunologia Clinica”.

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PALERMO. Terminata la prima fase della campagna vaccinale, si cominciano a raccogliere i dati utili a testare il grado di protezione raggiunto dai soggetti che abbiano ricevuto la seconda dose del vaccino Pifizer-BionTech da circa 14-21 giorni.

Il dosaggio delle IgG anti spike è già partito all’Ismett, tra le prime strutture a terminare le vaccinazioni tra i propri dipendenti. Il test utilizzato si basa sulla tecnologia in chemiluminescenza (CLIA) ed è in grado di rilevare, in maniera quantitativa e automatizzata, la presenza di anticorpi anti SARS-CoV-2 IgG diretti verso le subunità S1 ed S2 della proteina S.

Questa operazione serve a fornire un’indicazione della presenza di anticorpi IgG neutralizzanti diretti contro il SARS-CoV-2 in campioni di siero o plasma umano. Il dosaggio degli anticorpi anti-SARS-CoV-2 nella ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione virale è uno strumento importante per stimare la diffusione dell’infezione in una comunità, evidenziare l’avvenuta esposizione al virus e per l’identificazione dell’infezione da SARS-CoV-2 in individui asintomatici o paucisintomatici.

Per questi motivi anche Giuseppe Dragotto, responsabile UOS di “Allergologia e Immunologia Clinica” e componente del “Coordinamento Centro Vaccinazione Covid 19” dell’Arnas Civico di Palermo ha richiesto alla propria direzione generale, sanitaria e amministrativa di avviare una valutazione interna sull’efficacia dei vaccini.

«In considerazione della intrapresa campagna vaccinale anti Covid-19 nella nostra azienda, per meglio comprendere l’andamento della stessa sul grado di protezione ottenuto dagli operatori sanitari, sarebbe opportuno effettuare una titolazione del dosaggio delle IgG protettive, dopo due settimane dalla somministrazione della seconda – scrive Dragotto – Questo ci porterebbe a conoscenza dei vaccinati che hanno sviluppato l’immunità e il relativo grado di immunità (bassa, media, alta) importante per definire il grado di protezione».

Giuseppe Dragotto (Arnas Civico)

Allo stesso tempo questa operazione permetterebbe di verificare se degli operatori sanitari non abbiano risposto al vaccino, perché come comunicato dall’azienda produttrice Pifizer-BionTech la protezione si aggira circa al 95 % dei vaccinati.

«I test sierologici sono importanti per evitare che i professionisti si possano infettare, ammalare o magari infettare a propria insaputa altri soggetti con cui vengono a contatto. Questa valutazione, visto il numero considerevole dei vaccinati nella nostra azienda, ci permetterebbe inoltre di fare una statistica di confronto tra l’Arnas Civico e i dati espressi dalla PIFZER e dall’AIFA, per valutarne la sovrapponibilità– conclude Dragotto- Capisco che il progetto è oneroso e ambizioso, ma è importante per capire cosa succede veramente dopo la vaccinazione di massa in cui sono stati coinvolti i nostri operatori».

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