PALERMO. «A Villa Sofia-Cervello ridotte ancora di un terzo le ore del personale sanitario assunto per l’emergenza covid e anticipata la prossima scadenza dei contratti al 30 settembre. Tutto questo mentre esplode la nuova ondata e senza alcun confronto con i sindacati, per altro previsto per legge e sollecitato dalle stesse sigle sindacali dal gennaio di quest’anno».
È quanto denunciano i sindacati Uil Fpl, Fials e Nursing Up commentando la notizia del rinnovo (CLICCA QUI) e annunciando un sit-in davanti all’assessorato regionale alla Salute «che non può consentirsi di abbandonare i direttori generali ai loro capricci, senza tra l’altro il mancato rispetto delle indicazioni regionali».
In una nota ai vertici dell’azienda ospedaliera, a firma di Luciano Gargano, Giovanni Cucchiara e Gioacchino Zarbo, i sindacati parlano di una «decisione scellerata e inaccettabile alla luce di una impennata dei contagi da covid-19 e di una mai avvenuta riorganizzazione dei servizi da erogare all’utenza». Ma soprattutto ricordano come sia stata “ignorata l’ultima nota dell’assessorato regionale della Salute e perfino la legge di bilancio nazionale».
Secondo i sindacati questo atteggiamento «è inaccettabile, foriero di guasti amministrativi e organizzativi improponibili, poiché riteniamo che le scelte organizzative debbano avvenire dopo un confronto serrato tra la dirigenza aziendale e le parti sociali, sia mediche-sanitarie sia di supporto, al fine di promuovere un assetto organizzativo nuovo propedeutico al Pnrr di prossima attuazione. Denunciamo all’assessorato regionale della Salute l’atteggiamento di questa amministrazione e proclamiamo lo stato di agitazione del personale».
Uil Fpl, Fials e Nursing Up chiedono quindi una immediata convocazione «al fine di evitare la deriva verso cui codesta Direzione generale sta conducendo la sanità e i servizi da erogare nei confronti dei cittadini», ricordando inoltre che i sindacati sono «legittimi rappresentanti dei lavoratori, eletti democraticamente e non soltanto nominati come i direttori generali frutto di spartizioni politiche.