PALERMO. Colpo di scena: Giuseppe Noto, ex direttore sanitario dell’Asp di Palermo, sarà reinserito nell’elenco degli idonei a ricoprire questa carica e quella di direttore generale delle aziende sanitarie siciliane.
Lo ha deciso l’assessorato regionale alla Salute, con il decreto 887 del 16 maggio scorso, sulla base delle valutazioni di un’apposita commissione incaricata di analizzare i requisiti di accesso di Noto agli speciali elenchi. Proprio quei requisiti che, tra la fine del 2015 e l’inizio del nuovo anno, avevano fatto scoppiare la buriana nelle stanze di via Cusmano.
Insomma, una notizia che in pochi forse si aspettavano dopo l’”epurazione” di Noto da parte del manager Antonio Candela, con conseguente revoca dell’incarico e esclusione dagli elenchi regionali. E anche due mesi di sospensione dal lavoro. Due mesi dunque senza stipendio.
«Si è finalmente e definitivamente smontata l’infamante accusa sul mio mancato possesso dei requisiti per poter svolgere il ruolo di direttore sanitario aziendale- scrive Noto in una nota – Accusa in base alla quale sono stato oggetto di una violentissima e diffamante campagna mediatica di portata inusuale, che tutt’oggi continua a riverberarsi ad ogni minima occasione».
Tutto è nato a novembre dello scorso anno, quando il sindacato Cimo ha presentato un esposto in cui si diceva che Noto non aveva le caratteristiche adatte per fare il direttore sanitario. In particolare, i rilievi mossi dal sindacato riguardavano gli incarichi provvisori in qualità di responsabile dell’Unità operativa complessa “Qualità e organizzazione”.
Il 13 gennaio, Candela revocava l’incarico a Noto, che si è affidato agli avvocati Giovanni Bellia, Alessandro Cacciatore e Vincenzo Gervasi.
L’assessorato regionale alla Salute ha incaricato una commissione composta da dirigenti del Dipartimento pianificazione strategica di fare chiarezza. Una chiarezza che ora pare arrivata.
La commissione ha infatti stabilito che l’incarico nell’Unità operativa complessa svolto dal 3 aprile 2003 all’8 agosto 2005 non è valutabile perché precedente ai sette anni prima dell’attività di direttore sanitario.
Inoltre, il ruolo di responsabile del coordinamento delle Unità operative nello staff della direzione aziendale è stato un incarico di natura complessa, anche che se non c’era la nomina a direttore di struttura complessa. Cosa, peraltro, ammessa anche dalla stessa Asp. Quindi, il servizio svolto tra il 2007 e il 2009 va considerato come requisito valido per gli elenchi dei direttori sanitari e generali.
Infine, il decreto 887 sottolinea come sia l’Asp a dover controllare che le carte siano in regola, mentre su Noto non era giunta alcuna segnalazione.
«Oggetto di una campagna diffamatoria così pervasiva, contro la quale un normale cittadino ha ben poche armi- sottolinea ancora Noto- ho preferito fino ad ora il silenzio, fiducioso che i livelli istituzionali preposti e competenti sugli aspetti tecnici si esprimessero. E ciò, finalmente, oggi è avvenuto e la ‘macchina del fango’ ha cominciato a scricchiolare. Questi mesi sono stati e sono amari e devastanti, ma sostenuti dalla forte e diffusa solidarietà ricevuta. Voglio, pertanto, ringraziare tutti quelli che, numerosi, hanno voluto esprimermi vicinanza».