«Con centodue trapianti di cornea nel 2017 la Clinica Candela di Palermo si conferma, ancora una volta, come ormai da quasi un decennio, la struttura in Sicilia che effettua il maggior numero di trapianti».
Lo si legge in un comunicato stampa dell’Aiop Sicilia, che aggiunge: «Un risultato importante per la Candela ma anche soprattutto per i siciliani che trovano una risposta ai loro bisogni di salute nella nostra regione senza dover fare ricorso alla migrazione sanitaria, che, per questa tipologia di prestazione, è stata nel passato non un scelta ma un’esigenza».
Più della metà dei trapianti di cornea realizzati in Sicilia sono stati effettuati presso la divisione oculistica della clinica Candela diretta dal dottor Flavio Cucco (nella foto), con un incremento nell’ultimo anno di circa venti interventi.
«Il servizio di oculistica si conferma centro di riferimento per la chirurgia del trapianto di cornea- afferma Cucco- grazie anche alle scelte di programmazione sanitaria della regione che ha dedicato maggiori risorse al settore dei trapianti di organo e tessuti. Una decisione assunta nella consapevolezza che il numero di trapianti di cornea effettuati in Sicilia non è ancora sufficiente al fabbisogno regionale e che il numero dei pazienti che vanno ad operarsi nel Nord d’Italia, con tutti i disagi che ciò comporta, rimane elevato».
«Corre obbligo evidenziare- continua Cucco- un aspetto non meno rilevante: dai dati ufficiali degli ultimi anni si desume che a fronte dei circa 600 trapianti di cornea necessari per la popolazione siciliana, 1/3 viene eseguito in regione, 1/3 in altre regioni del Nord Italia (mobilità passiva) e il 1/3 rimanente, circa 200 pazienti, “manca all’appello”. Quest’ultima quota di pazienti, pur avendo necessità di un intervento di trapianto di cornea, non trova una risposta assistenziale in regione e verosimilmente non è in condizione di ricercarla altrove».
Pertanto, un buon numero di cittadini è destinato a restare ipovedente, con la conseguenza di un aggravio di costi sociali e di salute nonostante vi siano reparti oculistici con le competenze necessarie per sostenere questa complessa microchirurgia e che potrebbero anche incrementare la loro offerta ai siciliano che ne hanno esigenza.
In Sicilia nel 2017, dati ufficiali del centro regionale trapianti, sono stati effettuati in totale 172 trapianti cornea: 23 dalla Morgagni di Catania, 14 all’ospedale palermitano di Villa Sofia e al Policlinico Ferrarotto di Catania, 10 all’ospedale di Ragusa, 5 al Policlinico di Palermo, 2 dalla casa di cura Cristo Re di Messina e 102 dalla Candela di Palermo
«Lavoriamo con passione e dedizione per garantire ai siciliani una risposta alla loro domanda di salute. Il reparto di oculistica è diventato un punto di riferimento per i trapianti di cornea e svolge anche un importante ruolo sociale, consentendo ai pazienti di non dovere affrontare viaggi e disagi per doversi curare in altre regioni- afferma Cucco- Avere dato un contributo alla riduzione della migrazione sanitaria è per noi motivo di grandissima soddisfazione. L’impegno e gli investimenti effettuati dal management della clinica Candela vengono premiati dai cittadini che ci scelgono».
Per l’intervento viene richiesta una cornea idonea, proveniente da un donatore deceduto. Tutte le persone comprese nella fascia fra i 10 e i 75 anni sono potenziali donatori. Le cornee vengono prelevate, analizzate e validate biologicamente dalle banche degli occhi che le inviano ai chirurghi che ne hanno fatto richiesta. In media circa solo il 50% delle cornee prelevate sono idonee per un trapianto, a conferma dell’attenta selezione.
«Gli oculisti della casa di cura Candela partecipano attivamente a programmi di formazione, organizzando corsi dedicati a medici specialisti in particolare proprio nelle problematiche cliniche e chirurgiche del trapianto di cornea- conclude Flavio Cucco- La nostra struttura ha siglato un rapporto di collaborazione con l’Aris (Associazione retinopatici ed ipovedenti siciliani), presieduta dal dottor Rocco Di Lorenzo, al fine di implementare programmi di educazione alla salute per la diagnosi precoce delle malattie dell’occhio, anche a livello scolastico».