Dal palazzo

La nota

Cimo e Fesmed: «Pronto soccorso siciliani in crisi, ma la Regione non interviene»

Bonsignore e Spampinato ribadiscono: «Solo con una proposta economica seria si può rendere appetibile un lavoro che ha in sé tanti svantaggi».

Tempo di lettura: 3 minuti

PALERMO. «L’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, ha disatteso le “promesse” fatte non più tardi di un mese fa nel corso della conferenza stampa indetta da Cimo  e Cimo-Fesmed. Dopo quell’intesa verbale, non arrivando segnali concreti, abbiamo rilanciato inviandogli una proposta per affrontare la grave crisi che attanaglia i Pronto Soccorso siciliani che continuano a soffrire enormemente e che, a cascata, determinano pesanti ricadute assistenziali su interi ospedali».

Lo dichiarano, in una nota, il segretario regionale CIMO Giuseppe Bonsignore e il presidente regionale della Federazione CIMO-FESMED Riccardo Spampinato, aggiungendo: «Abbiamo chiesto la temporanea sospensione dei PTE periferici che non raggiungono gli standard dei 3000 accessi/anno per portare quei medici sottoutilizzati all’interno degli ospedali e, allo stesso modo, di coinvolgere i medici di continuità assistenziale in questo momento di massima crisi. Per frenare la fuga dei medici dalle Aree di Emergenza e provare a rendere più digeribile la scelta da parte dei giovani medici, la nostra proposta a livello regionale è quella di corrispondere un’indennità di funzione ai medici di Pronto Soccorso di 1000 euro lordi mensili e in più di aumentare il gettone delle guardie notturne e festiva dagli attuali 120 a 300 euro per turno. Solo con una proposta economica seria si può immaginare di rendere appetibile un lavoro che ha in sé tanti svantaggi».

Bonsignore e Spampinato aggiungono: «La Regione Veneto ha da poco adottato un provvedimento che, nel tentativo di arginare la fuga dei medici dai Pronto Soccorso, si basa su un presunto aumento di stipendio, ma a costo di un maggiore impegno orario. A partire da oggi e fino al 31 dicembre 2023 le prestazioni aggiuntive, cioè i rientri e le ore di lavoro che superano l’orario istituzionale, saranno pagate a 100 euro/ora, in pratica quanto guadagnano, per il lavoro ordinario, i cosiddetti gettonisti, medici pagati appunto a gettone per coprire i buchi nei Pronto Soccorso».

«Non è certo la soluzione a tutti i problemi- sottolineano i due dirigenti sindacali- anzi molti dei diretti interessati hanno subito storto il naso perché gli si propone non di andare in ferie a rifiatare bensì di raddoppiare gli sforzi e le ore di lavoro. Ma non è detto che il dio denaro riuscirà a sostituire il desiderio di dedicare il proprio tempo libero alla famiglia e alla vita sociale. Tuttavia il tentativo della Giunta Veneta rappresenta pur sempre un segnale di attenzione della politica regionale al problema della sanità e della carenza di medici nei Pronto Soccorso in particolare».

 

Contribuisci alla notizia
Invia una foto o un video
Scrivi alla redazione




    1


    Immagine non superiore a 5Mb (Formati permessi: JPG, JPEG, PNG)Video non superiore a 10Mb (Formati permessi: MP4, MOV, M4V)


    Informativa sul trattamento dei dati personali

    Con la presente informativa sul trattamento dei dati personali, redatta ai sensi del Regolamento UE 679/2016, InSanitas, in qualità di autonomo titolare del trattamento, La informa che tratterà i dati personali da Lei forniti unicamente per rispondere al messaggio da Lei inviato. La informiamo che può trovare ogni altra ulteriore informazione relativa al trattamento dei Suoi dati nella Privacy Policy del presente sito web.

    Contenuti sponsorizzati

    Leggi anche