CATANIA. Venerdì 21 febbraio si svolgerà l’importante focus dal titolo “Incontro con la chirurgia robotica in urologia; Da Vinci Xi”, organizzato dai professori Sebastiano Cimino e Giorgio Russo, dell’UOC di Urologia del Policlinico di Catania e docenti del dipartimento di Chirurgia Generale e Specialità medico-chirurgiche dell’Ateneo catanese. L’appuntamento è presso l’Aula Magna del Policlinico Universitario G. Rodolico di Catania.
Russo e Cimino – che già nel 2019 hanno incassato il prestigioso riconoscimento “Ferring Research Innovation Grant”, grazie ad una ricerca sul tumore della vescica (svolta insieme ai professori Giovanni Li Volti ordinario di Biochimica del dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche chimiche (BIOTEC) e Rosario Caltabiano, associato di Anatomia Patologica del dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e tecnologie avanzate “Gian Filippo Ingrassia”, portando all’attivo del budget dell’Università etnea 110 mila dollari, sono tra i principali protagonisti della chirurgia urologica più all’avanguardia, attraverso l’impiego del Robot “Da Vinci Xi”, che la nostra regione vanta in questo campo e continuano il loro impegno sull’innovazione chirurgica, offrendo alla didattica un continuo aggiornamento.
Proprio in questa direzione, si colloca il focus formativo dal titolo “Incontro con la chirurgia robotica in urologia; organizzato da Cimino e Russo, in agenda per il prossimo 21 Febbraio.
L’evento che si svolgerà, a partire dalle 8:30, in collaborazione con la società scientifica “MetaMedica” e l’associazione universitaria “Archè”, vedrà al centro dei setting scientifici le soluzioni più innovative della terapia chirurgica nel carcinoma prostatico, renale e nell’uro-ginecologia.
Tra i temi portanti di questa seconda edizione spicca la terapia chirurgia della neoplasia della prostata. In Europa ogni anno vengono diagnosticati circa 2.6 milioni di nuovi casi di carcinoma prostatico, mentre in Italia, nel 2019, si sono registrati circa 40.000 nuovi casi e circa 7.000 decessi.
Il rischio di sviluppare un carcinoma della prostata aumenta con l’aumentare dell’età, infatti, più dell’80% dei casi di neoplasia prostatica si riscontrano in pazienti over 65 anni ed il 94% dei decessi si verifica nello stesso gruppo di età.
Il cancro della prostata rappresenta la neoplasia più frequente nel sesso maschile e la seconda causa di mortalità per cancro negli uomini.
“Il robot Da Vinci- spiegano Cimino e Russo- è una piattaforma tra le più tecnologicamente evolute per la chirurgia mininvasiva, che permette di coniugare, nel segno della più moderna innovazione del campo operatorio, attività didattica, ricerca e assistenza. Il chirurgo opera manovrando le “braccia robotizzate”, a distanza, tramite una consolle chirurgica computerizzata posta all’interno della sala operatoria, trasformando di fatto, quindi, il movimento delle mani in impulsi che vengono convogliati alle “braccia robotiche”.
Il Da Vinci rappresenta il perfetto connubio tra l’alta ingegneria e la visione 3 D. “Esso- continua Cimino-permette di ridurre alcune complicanze intraoperatorie, facilitando, ad esempio, l’accesso a vie anatomiche particolarmente difficoltose e conferisce maggior precisione demolitiva nei confronti dei tumori. I vantaggi della chirurgia robotica, dunque, sono significativi, a cominciare da una più puntuale individuazione delle aree anatomiche da asportare e migliorando, così, ad esempio, la possibilità di conservare le adiacenti strutture vascolari e nervose. Inoltre, favorisce, al contempo, la contrazione dei tempi di degenza post-operatoria, con conseguente riduzione dei costi a carico del sistema”.
Dunque, è questa la strada ormai da tempo abbracciata in favore di una chirurgia conservativa e quanto più possibile mininvasiva, ma ciò nonostante molto sofisticata e complessa.
“La tecnologia robotica – evidenzia Cimino – che subentra successivamente alla metodica laparoscopia, proprio per la sua bassa invasività risulta, altresì, particolarmente vantaggiosa per i pazienti più fragili, soprattutto vista l’incidenza di alcuni tumori di pertinenza urologica nella fascia di età più avanzata, ovvero laddove i pazienti presentano più comorbilità e, spesso, non sono candidabili proprio, pertanto, ad un intervento tradizionale. Il sistema computerizzato sfrutta la visione tridimensionale del campo operatorio migliorando la precisione del gesto chirurgico, che comunque rimane centrale, in considerazione del fatto che il robot non è dotato di intelligenza artificiale e, dunque, non prende certo da solo le decisioni, perciò oltre a dover essere maneggiato con cura, padronanza e appropriatezza, occorre una formazione specifica che non può essere inventata certamente”.
La didattica ha il compito di accompagnare la formazione medica, perché sia sempre più futurista in parallelo all’evoluzione tecnologica. “Non perdiamo di vista, dunque – conclude l’esperto – che l’uomo, il chirurgo rimane centrale nel governo del management operatorio”.
Il Robot da Vinci Xi – che in Italia raggiunge la quota complessiva di 3000 installazioni e oggi viene utilizzato anche in chirurgia generale, pediatrica, trapiantologica, otorinolaringoiatrica, toracica, ginecologia e cardiochirurgia – in urologia, negli ultimi decenni, ha rappresentato davvero una rivoluzione e la chirurgica robot-assistita è diventata uno dei fiori all’occhiello del Policlinico di Catania grazie a questi ricercatori.
Attualmente presso il l’UOC di Urologia si eseguono di routine interventi per il trattamento del tumore prostatico, del tumore renale, oltre che di altre patologie benigne dell’apparato urinario.
L’evento formativo è destinato a Medici, Infermieri e studenti della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Catania ed è accreditato per un totale di 9.2 crediti ECM ( valido come Attività Didattica Elettiva per gli studenti universitari per un totale di 0.5 CFU).