CATANIA. «La Tavi al centro Cuore Morgagni di Pedara». Con un pizzico di orgoglio il dott. Salvatore Tolaro ha dato la notizia spiegando come questo sia stato uno dei motivi principali del convegno che si è svolto proprio al Centro Cuore con il coordinamento scientifico suo e del Prof. Corrado Tamburino, (Policlinico di Catania).
«Anche al centro etneo i pazienti affetti da stenosi valvolare aortica degenerativa potranno essere trattati con la Tavi, un intervento poco invasivo che si effettua con il paziente sveglio», ha sottolineato Tolaro (in alto a destra l’intervista video).
Una speranza in più per le persone più deboli, soprattutto gli anziani, che non potrebbero essere trattati con l’intervento chirurgico tradizionale. A ‘battezzare’ questa nuova possibilità interventistica al Centro Cuore è stato proprio il professor Corrado Tamburino che, con la sua equipe, già da qualche tempo ha sviluppato queste tecniche avanzate all’ospedale Ferrarotto di Catania. Il must è sempre lo stesso: «Nel giro di qualche anno le nuove tecniche soppianteranno la chirurgia».
I dati sono davvero positivi con il tasso di mortalità dei pazienti notevolmente diminuito in pochissimi mesi. Per il continuo e costante aggiornamento dei professionisti del settore, ma anche per il miglioramento e l’evoluzione degli strumenti tecnologici e, in questo caso, delle protesi.
Tamburino ha anche ribadito che non esiste competizione tra pubblico e privato: anche per questo l’equipe del Ferrarotto ha voluto consegnare le proprie conoscenze ai colleghi del Centro Cuore, per far fronte alle numerose richieste di questo tipo di intervento arrivate negli ultimi mesi.
«Rispetto a qualche anno fa, questo tipo di cure vengono effettuate su tutto il territorio regionale- ha detto Tamburino- L’obiettivo è fare in modo che il trattamento sia uniforme per tutta la regione. Il percorso di cardiologia interventistica strutturale che si è intrapreso al Centro Cuore Morgagni è qualcosa di fortemente voluto: quando il dott. Tolaro mi disse che voleva effettuare le Tavi alla Morgagni, gli risposi che il tempo non era ancora maturo. Adesso lo è. Abbiamo intrapreso un programma che ha portato grande gratificazione a tutti, ma soprattutto ha portato benefici ai pazienti».
La cardiologia strutturale, infatti, si pone come alternativa più che valida, e certamente meno invasiva, alla chirurgia, ma anche alla terapia medica che, invece, ha ancora un elevato standard di mortalità.