La citta dello Stretto, crocevia di popoli e culture, di scambi marittimi e di commercio. La strategica posizione è per Messina la sua croce e delizia, perché attira interessi economici, politici e logistici, infatti, negli anni Ottanta ha richiamato l’attenzione della Snam, società leader in Europa nel sistema delle infrastrutture del gas.
La sede viene costruita a Faro Superiore – Sperone, quartiere all’epoca poco popolato. Nel 2004 iniziano i lavori di potenziamento della centrale di compressione che consente il trasporto, sulla rete nazionale dei gasdotti, di quantitativi aggiuntivi di gas importati dal Nord Africa (Algeria e Libia), il quale viene compresso nelle condotte sottomarine che collegano la Sicilia alla Calabria.
In termini ambientali, la centrale risulta in regola perché ha una certificazione rilasciata dal Ministero dell’Ambiente ed è sottoposta agli annuali controlli dell’Arpa, ma i cittadini della zona sono molto preoccupati per gli inquinanti che essa rilascerebbe nell’aria, pertanto hanno chiesto più volte che venissero effettuati dei controlli in tal senso.
A farsi promotore delle richieste degli abitanti della zona è stato Massimo Costanzo (nella foto), consigliere della VI circoscrizione: «Non abbiamo dati ufficiali che attestano le percentuali di ossido di azoto e di carbonio presenti nell’aria. Queste sostanze sono presenti nell’atmosfera ma bisogna capire se vengono superate le soglie limite. ha dichiarato- Di fatto sarebbe il caso di posizionare per qualche mese una stazione di misurazione che permetta di tranquillizzare i cittadini, preoccupati per l’alto tasso di tumori che colpiscono le famiglie».
La Città Metropolitana di Messina afferma che i dati annuali sulla qualità dell’aria a Faro Superiore e Sperone non evidenziano situazioni critiche però non fornisce alcuna documentazione dei rilevamenti atmosferici effettuati.
«Noi controlliamo la Snam dal punto di vista delle ispezioni Aia (controlli ministeriali annuali richiesti all’Arpa da Ispra n.d.r.). Per quanto riguarda le immissioni, ovvero tutto ciò che potrebbe fuoriuscire dall’azienda, siamo a disposizione dell’amministrazione. Quest’indagine da 10 chilowatt al giorno per almeno due settimane è costosa, quindi deve essere il Comune a pagare le spese» ha spiegato il direttore dell’Arpa, Antonino Marchese.
Le istituzioni preposte ritengono sia tutto in regola, come mai allora i messinesi pensano il contrario?
«Purtroppo i casi di tumore li verifichiamo sul campo ed essi sono registrati dai medici di base. In tutti i casi, da anni cerchiamo di verificare la situazione con dati oggettivi, più che altro per rasserenare i residenti e non per fare guerra alla Snam, non è nelle nostre intenzioni» ha dichiarato Salvatore Faraone, presidente dell’associazione “Progetto Sperone”.
Il fatto che in questa zona vi sia un’incidenza di tumori superiore ad altre è una sensazione più percepita che reale e comunque non dimostrabile perché a Messina non esiste ancora un registro tumori in nessuna delle strutture sanitarie pubbliche, come ci conferma Nino Scimone, oncologo e presidente dell’associazione “Fare per Faro”: «Non c’è alcuna differenza sui casi di neoplasia tra questa zona e le altre. Quindi forse si è creato un po’ di allarmismo proprio per la presenza della Snam. Ciò non toglie che riteniamo normale e giusto che vengano effettuati i monitoraggi. Noi cittadini della zona dobbiamo sapere che pericolo corriamo, non solo sui tumori, ma anche in merito alle malattie infettive e respiratorie. Penso sia giusto avere contezza di ciò che potrebbe succedere a noi e ai nostri cari».
Chiamata in causa da Insanitas la Snam precisa che «la centrale di compressione di Messina svolge, analogamente ad altri dieci impianti simili in Italia, la funzione di imprimere al gas naturale la spinta necessaria a trasportarlo lungo la rete nazionale dei metanodotti. Con riferimento all’impatto ambientale, e in particolare alle emissioni, la centrale impiega le migliori tecnologie attualmente disponibili, nel rispetto dei più stringenti limiti di legge, anche nell’ipotesi di utilizzo a pieno regime”.
E dalla Snam aggiungono: “Il percorso autorizzativo in ambito AIA ha determinato il pieno rispetto dell’impatto ambientale della centrale in termini di qualità dell’aria, nel contesto territoriale del Comune di Messina. È opportuno, peraltro, sottolineare che questo genere di impianti non emette polveri sottili, principali responsabili dell’inquinamento. Più in generale, a seguito di verifiche effettuate con centraline fisse di monitoraggio della qualità dell’aria presso altre centrali di compressione del gas in Italia, si è dimostrato che esse non influenzano la qualità dell’aria che, in alcune zone fortemente urbanizzate, è compromessa invece dal traffico veicolare. Analoghe rilevazioni sono state svolte in passato dall’istituto nazionale CNR, le cui conclusioni sostengono il bassissimo impatto degli impianti di compressione del gas».
Nonostante le rassicurazioni la popolazione messinese chiede con forza di effettuare i monitoraggi necessari. L’Arpa ha posto in essere tutte le azioni preliminari per fare i dovuti controlli quindi adesso è compito dell’amministrazione dare il via ai finanziamenti e comunicare alla popolazione messinese i risultati che potranno mettere fine alla diatriba con la Snam.