MESSINA. “Salviamo il Centro Nemo di Messina”: è lo slogan del sit-in organizzato dalla Uil che si terrà venerdì 25 giugno alle ore 10.30 presso la Passeggiata a mare (di fronte alla Prefettura). La protesta, quindi, non si arresta, nonostante dall’assessorato alla Saute guidato da Ruggero Razza hanno fatto sapere che si sta cercando una soluzione tecnica in base alle normative vigenti (clicca qui). Dal sindcato sottolineano: «Il 30 giugno il Centro Nemo, a causa di precise responsabilità di ben determinati soggetti istituzionali, rischia la chiusura definitiva. Si tratta di un evento che bisogna contrastare ed evitare a tutti costi poiché le conseguenze sociali e sanitarie sarebbero tragiche: oltre 5.000 pazienti affetti da malattie neuromuscolari (Sla, Sma, distrofie, ecc.) perderebbero l’indispensabile assistenza e circa 55 lavoratori, fra l’altro dotati di enorme e riconosciuta professionalità, resteranno senza posto di lavoro».
«Un pasticcio inaccettabile che tocca la carne viva di migliaia di famiglie di pazienti fragilissimi e di decine di lavoratori. Reputiamo assolutamente ingiusto ed inaccettabile giocare cinicamente con le sofferenze delle persone- affermano Ivan Tripodi, segretario generale Uil Messina, e Giuseppe Calapai, segretario generale Uil Fpl- Stiamo assistendo ad una commovente gara di solidarietà dei cittadini nei confronti dei lavoratori e dei pazienti del Centro Nemo e ad una fortissima indignazione per l’atteggiamento della Regione e del presidente Musumeci. Un dato per tutti: una petizione on-line lanciata sulla piattaforma change.org ha già raccolto, in meno di 18 ore dal suo lancio, quasi 4.000 firme. Vi è, quindi, enorme sconcerto per quanto sta accadendo».
Infine, dalla Uil aggiungono: «Invitiamo tutti cittadini che desiderano concretare manifestare la vicinanza al Centro Nemo e ai suoi lavoratori a partecipare al sit-in di venerdì 25. Auspichiamo, altresì, che partecipino tutti gli esponenti politici ed istituzionali che intendono spendersi per salvare il Centro Nemo ed essere parte attiva in questa battaglia di giustizia per garantire il diritto alle cure e alla salute per migliaia di malati siciliani e calabresi».
L’APPELLO DI CONFINTESA
«Oltre all’immenso danno all’utenza (tra l’altro si parla di pazienti affetti da malattie terribili che rendono difficoltosi gli spostamenti) si avrebbe anche la perdita di circa 50 posti di lavoro tra medici, infermieri e OSS; Confintesa non può che appellarsi alla politica siciliana e nazionale, affinché impedisca in tempo utile questo immenso errore di valutazione”: così dichiarano Domenico Amato, Segretario Regionale Confintesa Sanità e Salvatore Mercadante, Segretario Territoriale Confintesa Messina.