La carenza di farmaci da parecchio tempo affligge il settore medico farmaceutico, nonostante i vari tavoli di lavoro, pare non avere ancora raggiunto un reale punto di svolta. Un problema le cui motivazioni “sono le più disparate” come ha dichiarato il presidente dell’Ordine dei farmacisti di Palermo, Mario Bilardo. Effetti indesiderati di una globalizzazione sempre più spinta: se la fabbrica del mondo – segnatamente Cina e India per quanto riguarda l’industria del farmaco – ha una battuta d’arresto “gli effetti nefasti si riverberano su quasi tutta l’Europa” e in particolar modo su quelle nazioni che negli ultimi vent’anni hanno abbandonato la produzione in loco anche per quanto riguarda beni di questo tipo. Se il dragone non sintetizza il quantitativo atteso di molecole e principi attivi – indispensabili per la realizzazione dei farmaci – a bloccarsi è tutto il sistema, con conseguenze sul cittadino/paziente europeo e in particolare italiano. Inoltre – come ci spiega Bilardo – “mancherebbero all’appello anche i film in alluminio per i blister e il materiale per il confezionamento”, in altri termini è tutta la catena di valore a trovarsi in sofferenza. Bilardo, che scorge qualche timido segnale di miglioramento, rassicura che “tutte le volte che le condizioni lo permetteranno e sarà necessario, faremo ricorso ai preparati galenici”. Infine, soprattutto in tempi di carenze come questo, il presidente dell’Ordine ricorda che, “soprattutto nelle terapie acute, l’attaccamento al brand e la diffidenza verso il farmaco equivalente andrebbe definitivamente superata”. Un’azione in cui, probabilmente, sarebbe necessario un supporto più concreto da parte della classe medica. Intanto, a confermare i problemi strutturali e la carenza cronica di farmaci a livello europeo è un’indagine della PGEU. Nello studio dell’associazione europea dei farmacisti viene messo nero su bianco come la situazione sia peggiorata in tutti i Paesi nel 2022, e che tutte le classi di farmaci continuano a essere, ciclicamente, in carenza. A conferma di ciò, l’Aifa ha rilasciato nella giornata di ieri – 23 gennaio ndr – una nota congiunta con Sanofi e l’Ema in cui si rendeva nota la carenza di Insuman Rapid (insulina), avvertendo che “nessun nuovo paziente dovrà iniziare la terapia con Insuman Rapid” mentre “ i pazienti già in trattamento dovranno passare ad un medicinale alternativo”. “L’interruzione del trattamento con insulina – avvisano da via del Tritone – è potenzialmente pericolosa per la vita. pertanto, è necessaria la sostituzione con formulazioni alternative di insulina per evitare l’iperglicemia e gravi complicanze”. Infine, per l’Associazione Distributori Farmaceutici (ADF) e Federfarma la soluzione – presentata nel secondo Tavolo di Lavoro presso il ministero della Salute – potrebbe essere “l’istituzione di un sistema unico di allerta preventiva da attivare nel caso in cui i distributori si trovino a fronteggiare reiterate situazioni di mancata consegna di medicinali da parte dei produttori”.
Farmacia
La nota dell'AifaCarenza di farmaci, Bilardo: “Conseguenza di una globalizzazione troppo spinta”
"Ogni volta che sarà necessario - afferma il presidente dell'Ordine dei farmacisti di Palermo - faremo ricorso ai preparati galenici, ai pazienti consigliamo più fiducia sui generici"
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