PALERMO. Una “battaglia” a colpi di dichiarazioni. Da un lato Angelo Collodoro vice segretario regionale del sindacato Cimo (Coordinamento italiano medici ospedalieri) che non le manda certo a dire. Dall’altro Giovanni Migliore, direttore generale dell’Arnas Civico. Oggetto del contendere la sede della Cardiochirurgia pediatrica che ritornerà a Palermo dopo alcuni anni di “trasferta” a Taormina.
Ma l’occasione è anche quella di fare il punto sul budget assegnato all’ospedale, le assunzioni e l’atto aziendale.
Andiamo con ordine. «Cardiochirurgia pediatrica va fatta all’Ismett, senza se e senza ma». Diretto e deciso, Collodoro va al nocciolo della questione: «È inimmaginabile pensare di realizzare una simile struttura complessa al Di Cristina. Non ci sono i soldi. E il budget appena comunicato lo conferma».
La replica di Migliore è altrettanta decisa: «C’è un decreto regionale che mi dice che devo fare la cardiochirurgia pediatrica, senza se e senza ma- dice il numero 1 dell’Arnas- Se non faccio quanto è scritto in quel documento, sarei accusato di omissione di atti di ufficio».
Per Collodoro, però, è tutta questione di budget: «Se consideriamo solo il personale, la cardiochirurgia pediatrica graverebbe sul bilancio dell’Arnas Civico per 2 milioni di euro all’anno. Stiamo parlando di un primario, sei medici, gli infermieri e altro personale – spiega Collodoro – Se a questo aggiungiamo le spese per l’acquisto dei macchinari, le sale operatorie e varie ed eventuali, ritengo che servirebbero una decina di milioni di euro l’anno per far funzionare questa struttura”.
«E- aggiunge Collodoro- da quello che sappiamo il budget del Civico anche quest’anno è di 156 milioni di euro, la stessa identica cifra dello scorso anno. Impossibile fare assunzioni o aprire nuovi reparti».
Migliore, però, precisa: «Il budget non sarà lo stesso dello scorso anno. In questo momento la Regione ha dato gli stessi soldi in attesa che le aziende provvedano al riallineamento del budget. Fino a quando non saranno sistemate tutte le nuove unità operative, non sarà definito il budget di ogni singola azienda. La Cardiochirurgia, poi, si porterà appresso i soldi che già aveva precedentemente».
Ma Collodoro non è convinto e spinge perché il reparto sia fatto all’Ismett: «Facciamolo fare a chi già lo sa fare e ha gli strumenti per farlo», spiega il segretario. E Migliore: «Mica all’Ismett lo farebbero gratis…».
Questione atto aziendale. Migliore ha fatto visionare il documento ai sindacati, precisando però che «quando si parla di questo documento bisogna avere l’onestà intellettuale di riferire che abbiamo recepito integralmente le prescrizioni della nuova rete ospedaliera, né una virgola in più, né una virgola in meno».
Mani legate, dunque, per i dirigenti generali. Ma questa affermazione non convince Collodoro: «Abbiamo inviato una nota proprio all’assessore per fargli conoscere i nostri dubbi – dice – Non mi pare che siamo nelle condizioni di “buttare” i soldi».
Chiusura di Migliore: «Abbiamo applicato un decreto regionale. L’unico interlocutore, qui, è l’assessore Gucciardi».