Agata Manganaro con il marito e i figli

ASP e Ospedali

Il disperato appello

“Mia figlia vive grazie a quel reparto, salvate Taormina”: la battaglia di una mamma con 50 mila firme

Agata Manganaro ha lanciato la petizione on line per la Cardiochirurgia pediatrica del San Vincenzo: "Senza quel centro più difficili le cure per tanti bambini"

Tempo di lettura: 6 minuti

Andrea Mia è figlia della Cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale di Taormina. Un’anomalia cardiaca ha rischiato di far cadere il silenzio sui suoi primi vagiti, al San Vincenzo è rinata. Per questo è figlia di quel reparto, così come è figlia di due giovani coniugi di Mascalucia, in provincia di Catania, che si stanno battendo con tutte le forze nella speranza che quel centro che ha ridato la vita alla loro bimba possa continuare a salvare e curare tanti piccoli siciliani.

Andrea Mia ha poco più di un anno ma un passato che ne vale dieci di più: intenso, travagliato per colpa di quella atresia della valvola polmonare, un difetto cardiaco congenito che impedisce al sangue di essere ossigenato nei polmoni.

Nella sua fin qui breve vita ha già subito tre lunghi interventi a cuore aperto ed è probabile che in futuro debba tornare ancora in sala operatoria. Tre dei sui 15 mesi li ha trascorsi in terapia intensiva, tutti gli altri sotto l’ala della sua mamma Agata, che non la perde di vista un solo secondo, che passa notti insonni per vegliare su di lei, che respira il respiro di lei e che nelle ultime settimane sta combattendo la sua battaglia affinché chi ha salvato la vita a sua figlia resti al suo posto per regalare altri sorrisi e speranze. “La Cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale di Taormina non può chiudere, non deve chiudere”, dice Agata Manganaro, 33 anni di Mascalucia, in provincia di Catania.

In una petizione su Change org (qui il link), di cui ha parlato pubblicamente anche Fiorello durante una puntata di Viva Rai2, questa giovane donna ha trovato un megafono per la sua voce. In una settimana ha raccolto oltre 40 mila firme, la rapidità con cui il suo appello tocca il cuore fa supporre che tra poco saranno 50 mila. E poi? E poi spera di convincere chi guida la Sanità in Sicilia, che quel reparto deve restare al suo posto. Che non può essere dismesso per riaprire al Civico di Palermo. “Sono d’accordo che anche la Sicilia occidentale abbia un’eccellenza nella Cardiochirurgia, ma è fondamentale mantenere pure il polo che serve la parte orientale dell’Isola”, aggiunge Agata, madre di Andrea Mia e di Gioele di 8 anni. Per lei è davvero una questione di vita o di morte e lo spiega raccontando la storia di sua figlia.

La storia di Andrea Mia, nata con un difetto cardiaco

Andrea Mia è nata al San Marco di Catania il 14 gennaio del 2022. Un parto sereno, quello di mamma Agata. La piccola, almeno ai primissimi controlli, sembrava sanissima. Poco dopo è arrivata la doccia fredda. “La pediatra si è accorta di una piccola anomalia nella saturazione – racconta la mamma -, dunque ci ha consigliato un controllo all’ospedale di Taormina. Poi la terribile scoperta. Abbiamo vissuto un dramma, mi sentivo inutile, potevo solo avere fiducia in quei medici. Che le hanno salvato la vita. Ma se non ci fosse stato quel reparto, quell’eccellenza a pochi minuti da casa nostra mia figlia non sarebbe sopravvissuta. Se quel reparto fosse stato a Palermo per lei probabilmente non ci sarebbe stato nulla da fare. Ecco perché è giusto che la Sicilia abbia due centri di riferimento, così da poter accorciare le distanze, spesso decisive quando si devono salvare vite umane”.

Quel primo intervento a cuore aperto, cinque giorni dopo la nascita, durò circa dodici ore. Un’eternità. Sei mesi dopo per la piccola il ritorno in sala operatoria e poi tre mesi di terapia intensiva. “Poche settimane fa- dice la mamma – ha subito un altro intervento, un cateterismo. Viene controllata periodicamente a Taormina. Come faremo quando il reparto chiuderà? Ne abbiamo bisogno disperatamente e non solo per l’assistenza, ma anche per rifornirci dei farmaci speciali di cui ha necessità, che non si trovano da altre parti”.

Per Agata la presenza di un centro come quello di Taormina, convenzionato col Bambino Gesù di Roma è un motivo di conforto. Tanto più la notte quando è spesso sola con i figli, visto che il marito lavora per una ditta di pulizie notturna. “A casa sto sempre in ansia- racconta Agata- in allerta. Non dormo più bene. A casa non ci sono i monitor ad avvisarmi se qualcosa non va come succede in ospedale. Ma sapere che a 20 minuti c’è quell’ospedale, ci sono quei medici, mi dà coraggio e sicurezza. Ecco, uno dei motivi per cui la Cardiochirurgia pediatrica di Taormina non deve chiudere è il senso di tranquillità che infonde anche ai bambini. Entrano lì col sorriso, non c’è terrore nei loro occhi. Ed è merito di quei sanitari, del personale, che riescono a rassicurare anche nelle situazioni peggiori”.

Cardiochirurgia pediatrica, la petizione

L’obiettivo della petizione lanciata da Agata Manganaro su Change org è chiaro. “Voglio far sapere quel che noi genitori dei piccoli pazienti stiamo passando- spiega- Io sono solo una delle mamme che ha bisogno di quel reparto, un reparto di cui è primario il dottor Sasha Agati, ricco di grandi professionalità ma che, dopo tante proroghe della convenzione col Bambino Gesù a partire dal 2010, fra un paio di mesi rischia lo stop. Come me ci sono tantissime mamme che verrebbero messe in crisi dalla chiusura, tantissime famiglie che oggi devono tutto a quel reparto. Abbiamo già raccolto oltre 40 mila firme, ma le visualizzazioni sono oltre 170 mila. Questi numeri fanno capire che ci sono migliaia di persone che ci sono vicine, che hanno compreso il nostro dramma”.

La chiusura della Cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale di Taormina

Dopo 13 anni la convenzione tra il reparto dell’ospedale San Vincenzo di Taormina e il Bambino Gesù scadrà e di fatto quel polo di eccellenza cesserà la sua attività. Contestualmente, come ha comunicato recentemente attraverso una nota l’assessorato regionale alla Sanità, entrerà in funzione dal primo luglio la nuova unità operativa complessa di Cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale Civico di Palermo, affidata attraverso una gara pubblica alla Fondazione del Gruppo San Donato. Ed è scoppiata la polemica. Infatti, non c’è solo la petizione on line a difesa del reparto di Taormina, ma si stanno mobilitando anche gruppi politici, sindacati, associazioni, vip (come nel caso di Fiorello).

Nelle scorse ore è sceso in campo anche un cartello di 34 associazioni per tutelare “un centro d’eccellenza, che negli ultimi anni ha curato migliaia di bambini”. A guidare la battaglia c’è il Codacons, con il sostegno di Articolo 32 – Associazione italiana diritti del malato, Lega difesa del cittadino e 31 associazioni della società civile.

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