«La denuncia del Nursind sulle gravi criticità del reparto di Ginecologia e ostetricia del Cannizzaro di Catania innesca le preoccupazioni della Regione. Il dirigente generale Mario La Rocca ha scritto ai vertici dell’azienda ospedaliera per chiedere una verifica e una relazione scritta sulle condizioni lavorative e sull’assistenza ai pazienti». Lo fa sapere il Nursind di Catania guidato da Salvo Vaccaro che da mesi denuncia «gravi carenze di organico, la mancanza di percorsi separati per i pazienti covid o sospetti e conseguenti rischi in sala parto».
«Nei giorni scorsi nell’ennesima segnalazione aveva evidenziato come si fosse aggravata la gestione dei turni, con la mancata sostituzione di malattie lunghe e maternità e la presenza di 12 ostetriche turnanti nelle 24 ore a fronte di una necessità di almeno 17 unità per garantire per garantire la presenza costante di tre ostetriche per turno a copertura di sala parto, reparto e pronto soccorso, visto che il punto nascite conta più di mille parti annui- affermano dal Nursind- Il sindacato aveva registrato anche la presenza in alcuni turni di 2 soli infermieri per 42/44 pazienti (più i neonati). Il Nursind in un dossier ha segnalato inoltre la presenza di turni di 13 ore con personale costretto a sdoppiarsi tra reparto e triage.
Tra le criticità segnalate dal sindacato anche «la mancanza di un’area filtro all’ingresso del pronto soccorso ginecologico dedicata ai casi sospetti, area che ci risulta essere stata individuata e condivisa con la sala d’attesa del pronto soccorso con totale assenza di percorsi separati e un solo locale dedicato a vestizione e svestizione dai dispositivi di sicurezza, che coincide con il locale dedicato a bagno del personale. In passato abbiamo fatto diverse denunce- prosegue Vaccaro- e, nel breve, l’azienda ha posto rimedio alle criticità da noi segnalate. L’assurdo è far ritornare le attività nel medio termine alla stessa pericolosità degli ultimi cinque anni. Il sovraccarico di lavoro del personale in un reparto così delicato non è tollerabile».