I fumi chirurgici sono quelli prodotti durante la cauterizzazione dei tessuti, questi contengono sostanze chimiche nocive e sono vettori di quello che viene definito inquinamento microbiologico dato da batteri e virus.
Nelle sale operatorie possono annidarsi milioni di particelle nocive ma è possibile neutralizzarle attraverso l’utilizzo del sistema “smoke free” ovvero l’adozione di dispositivi per l’evacuazione dei fumi sia in metodica open che laparoscopica. All’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta dal gennaio 2020 il sistema è adottato al blocco operatorio.
Lo “smoke free” diventa una tesi di laurea sperimentale dal titolo “La soluzione ‘smoke free’ in sala operatoria – un esempio da seguire”. A disquisire, nell’Aula magna del palazzo sede del Consorzio universitario, Stefano Lacagnina (CLICCA QUI per il servizio video).
Il 24enne nisseno, che ha trattato una problematica di fondamentale importanza nel contesto delle procedure elettrochirurgiche e cioè i rischi derivanti dai fumi generati durante tali interventi, ha conseguito il massimo dei voti, 110 e lode in Medicina e Chirurgia (Università di Palermo- Polo di Caltanissetta) e ha ottenuto la menzione sia per la tesi che per la carriera.
La tesi dello studente nisseno offre una panoramica dettagliata sui rischi associati all’esposizione ai fumi chirurgici e mette in evidenza i vantaggi derivati dall’utilizzo di dispositivi di aspirazione collegati direttamente agli strumenti elettrochirurgici, è stata realizzata grazie alla collaborazione con il correlatore Giovanni Di Lorenzo, responsabile del coordinamento delle sale operatorie e ai dati raccolti al blocco operatorio del Presidio ospedaliero “S. Elia” di Caltanissetta. Relatore Girolamo Geraci.
In commissione i professori Italia di Liegro (presidente), Salvatore Accomando, Beatrice Belmonte, Celestino Bonura, Calogero Cammà, Laura Ferraro, Fabio Fiorino, Girolamo Geraci, Alessandro Pitruzzella, Giovanni Tomasello e il dottore Salvatore Pasqualetto (consigliere Omceo Caltanissetta).
«L’interesse per lo ‘smoke free’ deriva dal fatto che analisi qualitative dimostrano la presenza di innumerevoli sostanze chimiche oltrechè batteri e virus con comprovata azione tossica, infiammatoria e infettiva per l’operatore di sala; una giornata di lavoro tipo per un chirurgo senza ‘smoke free’ corrisponde all’aspirazione passiva di 27-30 sigarette– spiega Stefano Lacagnina- Il nostro studio si divide in due parti, una prima parte più generale e una seconda più specifica. Abbiamo selezionato, tra l’altro, due interventi di emicolectomia sinistra in metodica open e abbiamo voluto valutare in maniera più specifica l’efficienza evacuativa utilizzando in un intervento l’aspiratore e nell’altro no. Dai nostri studi è derivato che la soluzione ‘smoke free’ ha un ruolo fondamentale nella riduzione del rischio da esposizione cronica”.
Qui giù le interviste video Stefano Lacagnina, Giovanni Di Lorenzo e Girolamo Geraci.