Antonio Burgio (nella foto), dirigente medico del reparto di Medicina Interna dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, è il nuovo presidente regionale dell’Associazione Medici Endocrinologi, che in Italia conta circa 2500 medici. Un riconoscimento importante per il medico nisseno, specialista in Endocrinologia e Medicina Interna, stimato da tutti per la grande professionalità.
La prima volta che un medico nisseno riceve questo importante incarico…
«Un incarico prestigioso che mi ha reso felice, mi consente di portare avanti questa associazione già di alto livello che si occupa sia culturalmente che anche dal punto di vista gestionale, delle esigenze degli endocrinologi ma soprattutto dei pazienti. Spero di essere all’altezza di questo compito. Non sarà facile, bisogna lavorare molto sul territorio cercando di organizzare eventi, congressi e tutto quanto possa essere di interesse scientifico, ma allo stesso tempo di interfacciarsi con la politica cercando di favorire quelle prescrizioni che a volte rendono difficile la vita di noi medici ma soprattutto dei pazienti».
Quali sono gli ambiti di pertinenza dell’endocrinologia?
«In realtà l’endocrinologo si occupa di un gran numero di malattie. Non solo tiroide e diabete ma anche malattie del surrene, acne e irsutismo femminile, osteoporosi, obesità, in tutte le sue forme, disturbi del ciclo mestruale, disturbi della crescita infantile, iperprolattinemie,malattie dell’ipofisi che spesso non si conoscono o si ritengono di altre specialità. Insomma l’endocrinologo è un medico che si occupa di tantissime malattie tanto che può essere considerato un’internista a tutti gli effetti».
Il diabete è una patologia tra le più rilevanti soprattutto in termini di numeri e di spesa sanitaria…
«Ha assunto una valenza quasi di pandemia. Nel mondo il numero di diabetici di Tipo II è costantemente in aumento e si pensa che ci possa essere un raddoppio della popolazione diabetica nel 2025. Una malattia sociale a tutti gli effetti che ha quindi una ricaduta in termini economici e di qualità di vita. Un paziente diabetico curato male può andare incontro a complicanze quali cecità, malattie cardiovascolari quali l’infarto oppure l’ictus, o ancora problematiche arteriose che portano all’amputazione degli arti, che naturalmente hanno una ricaduta anche economica sulla spesa sanitaria. Per cui curare bene un paziente, fare prevenzione, e affidarlo al medico giusto, nel momento giusto può fare risparmiare soldi alla sanità e permettergli una vita migliore».
Riguardo alla vitamina D c’è grande attenzione negli ultimi tempi…
«Per tanti anni mal trattata e misconosciuta, ha riacquistato valore. Non dimentichiamolo, è un ormone che ha un percorso particolare nel nostro organismo. Presente sulla cute, poi viene attivata dai raggi solari, a livello epatico subisce una prima idrossilazione e a livello renale ne subisce un’altra diventando Vitamina D attiva. La principale azione è favorire l’assorbimento del calcio nelle ossa, ma ha tantissimi effetti pleiotropici, cioè che vanno oltre l’assorbimento del calcio e che riguardano l’immunità, tant’è vero che spesso viene data ai soggetti con sclerosi multipla. Pare possa prevenire alcuni tumori come quelli del colon, e ha altre funzioni all’interno dell’organismo come la regolazione del sistema immunitario e un’azione sull’insulino resistenza. Tant’è vero che si è sempre associata la carenza di Vitamina D con lo sviluppo di insulino resistenza e quindi del diabete. Poiché dopo i 50 anni quasi tutti siamo carenti di Vitamina D, è importante fare il dosaggio e poi supplementarla nel modo giusto».
A Caltanissetta sono numerose le persone che soffrono di tiroide.
«In provincia di Caltanissetta registriamo una vera e propria endemia gozzigena. Tantissime persone cioè soffrono di noduli tiroidei o di patologie come ipo e ipertiroidismo. Molte persone non sanno di avere noduli tiroidei e quindi, soprattutto quando vi è qualcuno che ne soffre in famiglia è bene effettuare gli screening».