PALERMO. Nel mese di maggio ci eravamo chiesti che fine avesse fatto la piccola rivoluzione del sistema dell’Assistenza Domiciliare Integrata, annunciata nel giugno del 2019 in Sicilia e mai più realizzata.
La sanità siciliana avrebbe dovuto voltare pagina già 180 giorni dopo la divulgazione della circolare firmata dall’assessore Ruggero Razza: era previsto lo stop al sistema delle gare d’appalto per erogare cure a domicilio e l’approvazione di linee guida per accedere all’accreditamento delle aziende erogatrici dei servizi Adi, modello già sperimentato per i laboratori di analisi private.
Insomma gli interessati (più di 40 mila over 65) avrebbero potuto scegliere a chi affidarsi per le terapie a domicilio e i soggetti erogatori, quali le cooperative, si sarebbero fatti trovare pronti adeguandosi a criteri specifici, chiari e dunque più trasparenti e sicuri per tutti.
Bene, è trascorso un anno e quattro mesi e niente è cambiato, anzi, il 24 ottobre scorso, il Dirigente generale dell’Assessorato per la salute ha autorizzato le aziende sanitarie al reclutamento di personale, con qualifica di O.S.S., tramite le società che effettuano tutt’oggi il servizio ADI. Scelta in controtendenza rispetto a quanto disposto lo scorso anno dall’assessore Razza con la circolare n.8 del 12 giugno 2019 che vietava ai direttori generali delle Asp siciliane di rinnovare i contratti in scadenza con i soggetti che attualmente forniscono il servizio a domicilio, in vista dell’entrata in vigore del nuovo modello (entro i famosi 180 giorni previsti).
Con la stessa circolare del giugno 2019, in vista della riforma, l’Amministrazione regionale ha bloccato le gare che erano in fase di svolgimento e che non erano giunte alla fase finale; procedimenti che si sono arrestati a danno delle aziende potenzialmente vincitrici ed in favore delle strutture, di proroga in proroga, continuano a gestire l’Adi.
Sulla vicenda è piombato l’onorevole Carmelo Pullara, vice presidente della Commissione Sanità e promotore della “nuova versione dell’Adi”, che ha presentato una interrogazione parlamentare con la quale chiede “Chiarimenti in merito alle procedure di reclutamento straordinario di personale medico infermieristico ed Oss”.
Pullara denuncia il mancato ricorso alle procedure di reclutamento ordinario del personale ed invita l’assessorato alla Salute a correggere il tiro, prevedendo il reclutamento degli Oss mediante lo scorrimento delle graduatorie di ASP e Ospedali e non facendo ricorso alle risorse di personale delle aziende in proroga con il servizio ADI.
“Sul piano del diritto- spiega Pullara – ci si trova di fronte a prorogatio, estensione dei termini di contratto ed intermediazione di mano d’opera, tutti aspetti vietati dalla norma. Nel merito, lo stesso dirigente generale nell’audizione in commissione sanità il 27 ottobre ha evidenziato che di soggetti con qualifica Oss in Sicilia ne sono reperibili qualche migliaio, quindi non c’è alcuna carenza. Non si comprende, pertanto, questa intermediazione che aggirerebbe i normali canoni di assunzione (su tutti pubblicità e trasparenza) previsti per il pubblico impiego. In un periodo come questo, occorre evitare che fasce deboli possano essere prede inconsapevoli”.
I sistemi di reclutamento straordinario adoperati in questa fase, tanto delicata, imposta dal Covid19 sembrano per giunta non aver ottenuto l’effetto desiderato, di contro la pandemia ha ribadito l’importanza della medicina territoriale e dell’assistenza integrata di qualità ma ad esempio tante cooperative rimangono in uno stato “comatoso” non sapendo come e quando prepararsi per aderire ai requisiti che la Regione chiederà loro di possedere.
Lo stesso Pullara- così come ormai chiedono le realtà che di assistenza integrata e domiciliare si occupano in tutta la Sicilia- ha chiesto al Governo regionale se non ritiene improcrastinabile, dopo aver superato ampiamente il rispetto dei tempi dati dalla circolare per l’emanazione delle linee guida per l’accreditamento istituzionale, emanare il suddetto atto. Negli scorsi giorni la stessa domanda abbiamo provato a girarla all’assessorato, ma senza esito.