Dal palazzo

Lo studio del Dipartimento Bionec

Assenza di gravità ed effetti sulla salute, un progetto dell’Università di Palermo finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana

Lo studio del Dipartimento Bionec è arrivata prima in graduatoria aggiudicandosi un contributo di circa 120 mila euro.

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PALERMO. Importante risultato del Dipartimento di Biomedicina Sperimentale e Neuroscienze Cliniche (BIONEC) dell’Università di Palermo. Fabio Bucchieri, professore di Anatomia Umana, è il responsabile scientifico del progetto “Three-dimensional culture of bronchial mucosa in microgravity: a new model to study respiratory cell differentiation and stress during space-flight” che mira a studiare gli effetti dell’assenza di gravità durante i viaggi spaziali di lunga durata, come quello in programma per Marte.

Il progetto era stato già valutato al primo posto dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) nel bando ILSRA-2014, che ha visto oltre 231 partecipanti da tutto il mondo. Lo stesso progetto è stato presentato su un bando dell’Agenzia Spaziale Italiana dedicato a supportare gli esperimenti sulla Terra dei progetti la cui sperimentazione nello Spazio era già stata finanziata dall’ESA.

Su 14 proposte presentate da altrettanti gruppi italiani delle principali Università e centri di ricerca (tra cui quelle di Padova, Milano, Roma, Firenze, Napoli e l’Istituto Italiano di Tecnologia), la proposta di Bucchieri è arrivata nuovamente prima in graduatoria aggiudicandosi un contributo di circa 120 mila euro.

Grande la soddisfazione di Giovanni Zummo, Direttore del Dipartimento BIONEC, e dello stesso Bucchieri i quali affermano che questo risultato è un’ulteriore conferma della bontà del lavoro svolto in tutti questi anni dal gruppo di ricerca dell’Anatomia Umana anche in cooperazione con altri gruppi all’interno del Dipartimento. Il progetto prevede tra l’altro una fase di ricerca industriale e sviluppo sperimentale con una azienda italiana con l’obiettivo di costruire un nuovo strumento per l’effettuazione di colture tridimensionali “ex-vivo” nella Stazione Spaziale Internazionale.

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