Il personale “croce e delizia” per l’ASP di Ragusa. Ne abbiamo parlato con il nuovo commissario straordinario, Fabrizio Russo (nella foto), a margine della presentazione del reparto di Pediatria del Giovanni Paolo II, tornato fruibile h24. Come detto da Russo- che ha preso il posto di Gaetano Sirna e lo terrà in attesa della nomina del nuovo dg- gli operatori ricoprono un ruolo fondamentale, ma dall’altra parte è necessario reperire nuove risorse.
La carenza di personale è una nota dolente anche per l’Asp di Ragusa. Cosa si sta facendo a tal proposito?
«Per la Pediatria è stato riorganizzato il personale senza alcuna flessione, ma cercando di lavorare sul mantenimento. Più in generale, l’organico lo stiamo implementando con procedure concorsuali, a tempo determinato e al contempo indeterminato, per cercare di affrontare strutturalmente la questione, al fine di colmare stabilmente la dotazione organica».
Può essere più preciso?
«C’è una delibera relativamente a un concorso per 112 posti per dirigente medico, nel quale è previsto il reclutamento di 3 posti per pediatria e per quanto riguarda gli altri reparti i posti sono così suddivisi: 31 per medicina e chirurgia d’accettazione e urgenza, 2 neonatologia, 5 in ortopedia e traumatologia, 2 in psichiatria, 6 in medicina interna con lungodegenza, 4 malattie respiratorie- pneumologia, 2 malattie metaboliche e diabetologia, un posto in chirurgia vascolare, un posto in reumatologia, 2 in gastroenterologia, un posto in radioterapia, 2 in malattie infettive, 6 in medicina fisica e riabilitativa, uno in medicina trasfusionale, 2 in patologia clinica, 9 in radiodiagnostica, 4 posti in cure palliative. Il numero più alto è destinato a un reparto in cui si denota una forte carenza di personale, come detto in precedenza: anestesia e rianimazione».
Altrove hanno esteso la possibilità di partecipare anche a cittadini non appartenenti all’Unione Europea. Lo farete anche voi?
«Stiamo lavorando per aprire la procedura concorsuale anche a cittadini extra UE. In questo momento il concorso è predisposto soltanto per i cittadini dell’UE, ma stiamo predisponendo degli aggiustamenti per estendere la gamma dei potenziali destinatari di questo concorso».
In passato alcuni concorsi sono andati deserti perché Ragusa non risulta “appetibile” ai medici…
«Questo è un problema di sistema che coinvolge più attori, noi facciamo la nostra parte ma occorre definire a livello di politica regionale dei criteri che consentano di mettere le aziende di provincia sullo stesso livello delle città metropolitane che in un certo senso fanno da padrone».
Cosa lamenta chi non sceglie Ragusa?
«Uno dei problemi oggettivi è quello della mobilità, intendo per raggiungere i presidi dell’ASP di Ragusa ci sono difficoltà importanti, soprattutto per chi proviene dalle tre città metropolitane, c’è un percorso molto complesso che richiede scelte strutturali anche in termini familiari. Non è possibile una mobilità frequente, ma bisogna prendere in considerazione un trasferimento. Il trasferimento implica anche degli oneri importanti che incidono sui livelli retributivi; pertanto, abbiamo bisogno di strumenti che consentano di superare questi gap, queste differenze contributive che magari in altre città, con collegamenti più accessibili, consentono di essere preferite ad aziende come la nostra».
Ci sono altre priorità?
«Una indifferibile è il modello d’integrazione Ospedale-Territorio. Stiamo già lavorando con i miei collaboratori per trovare delle soluzioni concrete, in termini organizzativi, che favoriscano il passaggio di setting assistenziale, dall’ambulatorio a ricovero ordinario alla lungodegenza, a tutti i servizi territoriali attraverso la creazione di un’unica cabina di regia in grado di monitorare questi passaggi e di facilitare, laddove ci fossero dei “colli di bottiglia”, le soluzioni necessarie a superarlo. Questa è una priorità importante, un percorso di lungo periodo che rientra negli obiettivi strategici. Inoltre ho avviato due collegi di direzione nel giro di un mese perché credo e, questa la possiamo considerare la seconda priorità, che il modo migliore per governare un’azienda sanitaria per definizione complessa è il coinvolgimento di tanti attori che hanno competenze multiprofessionali e multidisciplinari. La gestione non può essere attuata solo da una o tre persone: per la soluzione a tutta una serie di questioni che vengono vissute poi in trincea c’è bisogno del coinvolgimento di tanti attori che gestiscano i tre livelli essenziali di assistenza all’interno dell’azienda».
Il suo predecessore, Gaetano Sirna, aveva annunciato ad Insanitas la necessità di riprendere un progetto relativo a un’ala del Giovanni Paolo II di Ragusa. A che punto è l’iter?
«Ancora siamo in una fase di studio e di recupero di risorse finanziarie. Senz’altro il PNRR offre la possibilità di attrarre queste risorse e stiamo lavorando in maniera avanzata. C’è anche una fase di studio di una migliore logistica. Mancano una serie di integrazioni e miglioramenti logistici che garantiscano una migliore accessibilità del paziente che viene dall’esterno. Oltre a interventi strutturali, che richiedono risorse importanti, si tratta a volte anche di piccoli accorgimenti che garantiscono la qualità dell’accesso».
Riguardo gli interventi più importanti ad esempio?
«Bisognerebbe definire tutta un’area esterna al presidio, all’interno della quale ospitare servizi intermedi, ragionare su ambiti radiologici che garantiscano un migliore afflusso dell’utenza, una migliore disposizione delle macchine, delle apparecchiature, ma è ancora un progetto oggetto di studi».
Com’è stato accolto nel suo ruolo da nuovo commissario straordinario?
«Al mio arrivo ho trovato una grande disponibilità da parte di tutte le risorse interne all’azienda, nel cercare di affrontare le criticità con spirito costruttivo, proponendo anche delle soluzioni. Questo è interessante perché testimonia una compartecipazione della gestione dell’azienda, che è esattamente lo spirito con il quale vorrei portare avanti questa sfida nella gestione aziendale. Da questo punto di vista ho trovato persone straordinarie».