PALERMO. Vanno avanti le proteste dei sindacati contro la bozza di regolamento degli incarichi dirigenziali (Area Sanità) dell’Asp di Palermo. Cimo, Anaao Assomed, Cgil, Cisl Medici, Uil, Fesmed e Fvm puntano l’indice contro «la possibilità da parte della Direzione di prevederne la revoca per motivazioni che non trovano supporto e riscontro nella normativa e nel CCNL e che non hanno precedenti, che si configurano come atti di intimidazione, di discriminazione, di vessazione, di penalizzazione, di persecuzione e lesivi della dignità dei lavoratori dipendenti a fronte di diritti garantiti da norme anche di natura costituzionale».
Nei giorni scorsi l’Asp, contattata da Insanitas, aveva così risposto a una simile protesta della Fials: «Si tratta di una proposta che, in quanto tale, diventerà tema di dibattito e confronto con le Organizzazioni sindacali».
Intanto, gli altri sindacati aggiungono: «Si prevede la revoca dell’incarico, ad esempio, nei casi in cui il dipendente sia anche dirigente sindacale o usufruisca legittimamente dei benefici di cui alla L. 104/92 per se stesso o per altri. La gravità delle proposte è inaudita. Senza alcun rispetto istituzionale e delle norme contrattuali. Altre fattispecie di motivazioni, altresì, rischiano di determinare un numero notevole di contenziosi». Da qui l’appello «a ritirare in quanto irricevibile la bozza di cui sopra e ad aprire un confronto preliminare».
Sotto accusa pure il regolamento per la verifica della idoneità al servizio del personale, «che presenta aspetti altrettanto inquietanti. Spiace constatare che in piena emergenza Covid-19, con lavoratori spesso vicini a condizioni da stress lavoro correlati anche per diffuse e gravi carenze di personale o con continuo rischio da burnout, prevede all’art. 4 “composizione e competenze del collegio interno” su tre componenti, un dirigente psichiatra e un dirigente psicologo, oltre al responsabile del macrolivello. E questo in riferimento non solo a problematiche “caratteriali o comportamentali” del personale ma anche a condizioni fisiche che facciano presumere l’inidoneità fisica permanente assoluta o relativa al servizio. Ora, pur prevedendola possibilità di acquisire da parte di tale collegio pareri tecnico-sanitari è evidente lo strumentale sbilanciamento su profili che avrebbero il compito di identificare ed eventualmente sanzionare il dipendente che è andato “fuori di testa”».
I sindacati firmatari della nota hanno inviato le bozze dei regolamenti all’Assessore Regionale della Salute «per le opportune valutazioni ed urgenti determinazioni» e si riservano «di adire tutte le opportune azioni giudiziarie in relazione ai danni prodotti e producenti a ciascuna correlata tipologia di responsabilità».