Come reso noto nei giorni scorsi, è arrivata finalmenta da parte della giunta regionale l’approvazione della nuova dotazione organica dell’ASP di Messina 5. Le unità inserite sono 5332, un numero maggiore rispetto alle 5098 previste da quella precedente. Se da un lato si tratta di un risultato importante, che ha suscitato la soddisfazione dei vertici dell’azienda, dall’altro occorre sottolineare la permanenza di alcuni problemi legati alla carenza di personale nei presidi ospedalieri della provincia. Insanitas ha chiesto ulteriori dettagli al commissario straordinario dell’ASP, il dott. Bernardo Alagna.
«Il tetto di spesa previsto per il personale- ha spiegato il commissario- è pari a 236.000.000 di euro per ciascun anno del triennio. Nel 2022 non siamo riusciti a spendere l’intera cifra, per il 2023 prevediamo di spendere circa 170-180.000.000 euro e per il 2024 contiamo di riuscire ad arrivare a regime, esaurendo l’intero importo».
Tra le novità spicca l’istituzione dei nuovi reparti di Chirurgia Generale, Urologia, Ortopedia, Geriatria, Lungodegenza, Oncologia e un servizio di Cardiologia, che andranno a potenziare l’Ospedale di Barcellona P.G. e che avranno bisogno di personale medico e infermieristico.«Di fatto- ha chiarito Alagna- si tratta di reparti che rappresentano dei doppioni di quelli presenti all’Ospedale di Milazzo, che si trova a pochi km di distanza. Inoltre, adesso avremo a disposizione anche il Pronto Soccorso, che fino a questo momento era dedicato esclusivamente ai casi Covid».
«La mia preoccupazione- ha proseguito il commissario- è quella di non riuscire in concreto ad aprire queste nuove unità, per mancanza di specialisti. Negli ultimi tempi infatti, abbiamo svolto in concorsi per assumere medici nei presidi di Taormina, Patti e S. Agata di Militello, e purtroppo non siamo riusciti a reperire le figure richieste. Spesso, i concorsi vanno deserti o si presentano pochissimi candidati che non accettano quando scoprono di dover prendere servizio in un ospedale di Provincia».
Le medesime criticità affliggono da tempo anche l’Ospedale di Lipari: «Adesso potrà avere la dimensione di ospedale di base- ha aggiunto Alagna- perché anche lí sono previsti nuovi reparti come per esempio la Chirurgia Generale e la Lungodegenza. Sappiamo però che l’isola rappresenta una sede poco attrattiva per chi viene da fuori, per cui si riscontrano le stesse difficoltà”.
Di tali spinose questioni è stato più volte investito l’Assessorato, facendo presente la situazione alla VI Commissione e all’assessore Giovanna Volo. «Nei mesi scorsi ho inviato una lettera- ha specificato il commissario- condividendo la strategia di coinvolgere le altre aziende della Provincia come Papardo, Policlinico, IRCCS e Piemonte, per coprire le carenze più urgenti di anestesisti, ortopedici e ginecologi nelle aree periferiche. Purtroppo però, non abbiamo ricevuto risposte. L’assessore ha proposto di istituire il dipartimento interaziendale per quanto riguarda l’ambito dell’emergenza- urgenza. Si tratta di un’idea corretta, ma che è di difficile attuazione. C’è un tavolo tecnico a cui abbiamo preso parte, ma fino a questo momento non ci sono state grandi novità. Continuiamo ad avere le solite problematiche a garantire i turni e a coprire i posti, anche se la pianta organica oggi ci dà la piena possibilità di assumere medici e infermieri. È arrivata l’ora di passare dalla pianificazione all’azione».
Che soluzioni attuare? «Al momento la situazione di emergenza- ha spiegato il vertice ASP- impone di organizzarci con la sussidiarietà tra le Aziende, per quanto riguarda il mantenimento dei servizi essenziali. In passato abbiamo anche attuato delle sinergie con strutture accreditate come il Giglio di Cefalù, per sopperire alle carenze di Mistretta e S.Agata di Militello, ma per quanto riguarda quest’ultima le organizzazioni sindacali hanno respinto l’accordo di collaborazione”.
«A lungo termine – ha continuato il commissario- bisognerà aumentare il numero di medici, e in questo senso la Regione sta già provvedendo con le borse di specializzazione, anche se i risultati di questa operazione si vedranno solo nei prossimi 5-6 anni, che sono necessarie per la conclusione del percorso dei medici in formazione specialistica. Diversi sono inoltre gli investimenti che abbiamo fatto grazie ai fondi del PNRR per incrementare la medicina territoriale “alleggerendo” gli ospedali, prevedendo 7 centrali operative, 21 case di comunità e 6 ospedali di comunità. Il problema è che questa articolazione non comincerà a funzionare prima del 2025-2026. Al momento le risposte sono veramente poche e passano attraverso una riscrittura della rete ospedaliera, che l’assessore ha promesso di realizzare».