Avviato al laboratorio di Biologia molecolare del Presidio ospedaliero “Maddalena Raimondi” di San Cataldo (CL) un innovativo test diagnostico di farmacogenetica. Questo metodo di analisi ha lo scopo di identificare le mutazioni genetiche che possono provocare resistenza ai chemioterapici e, di conseguenza, permettere la prescrizione di terapie personalizzate ai pazienti oncologici secondo la cosiddetta Medicina 4P (personalizzata, predittiva, preventiva, partecipativa).
«Un test innovativo che utilizza la metodica della real time Pcr (metodo che simultaneamente amplifica il Dna) che ha il fine di studiare le mutazioni genetiche che possono provocare resistenza ai chemioterapici. Il 70 percento della diagnostica è laboratoristica e il “goal finale” è dare risposte precise e voloci. Questo tipo di analisi è utilizzato anche per il Percorso diagnostico terapeutico assistenziale inerente al trattamento dei tumori del colon», spiga la direttrice della Uoc di Patologia clinica, Maria Andriolo.
Attraverso l’analisi genetica basata su campioni di Dna prelevati dal sangue intero, cioè con una provetta di emocromo, è possibile offrire trattamenti medici altamente mirati, efficaci e con minori effetti collaterali, identificando il dosaggio ideale del farmaco per ogni paziente. Ciò consente di massimizzare la risposta al trattamento e di distinguere i pazienti geneticamente non responsivi da quelli iperresponsivi, agevolando così una rapida personalizzazione della terapia.
Con l’implementazione di questa metodica, il laboratorio di Biologia Molecolare si allinea così ai più elevati standard assistenziali presenti nel territorio nazionale, aprendo la strada a una medicina più precisa e orientata verso risultati ottimali per ciascun individuo.
L’ingresso del nuovo test all’Asp di Caltanissetta rappresenta un passo importante per il Presidio ospedaliero “Maddalena Raimondi” poiché contribuisce a rafforzare la sua specializzazione oncologica, fornendo un percorso di assistenza completo e all’avanguardia per i pazienti affetti da malattie oncologiche.
«Il laboratorio dell’Uoc di Patologia clinica oggi guarda ad un approccio di tipo diagnostico molecolare, anche per altri tipi di esami come i pannelli sindromici e i test rapidi per la diagnosi delle sepsi, per dare risposte rapide; questo è importante per più ordini di motivi, economico e per evitare il sovraffollamento del pronto soccorso diminuendo tempi di attesa e di ricovero», continua la dottoressa Andriolo.
Il progetto di rivalorizzazione dell’intero Presidio ospedaliero abbraccia diversi aspetti, includendo non solo l’organizzazione degli spazi ma, anche un completo ammodernamento della dotazione strumentale e tecnologica. Grazie ai finanziamenti provenienti dall’ ex art. 20 e dal Pnrr, l’acquisizione di due acceleratori lineari per Terapia stereotassica e un simulatore TC è ormai in fase avanzata. Questi strumenti rappresentano un notevole investimento nella struttura sanitaria poiché consentono di offrire trattamenti altamente precisi e mirati ai pazienti.
«È solo l’inizio perchè stiamo lavorando per effettuare nuove analisi come quelle che concernono lo spettro genetico molecolare e riguardano le patologie ematologiche per dare terapie personalizzate, nessun paziente è uguale ad un altro; la cura deve essere quanto più mirata possibile. Sono fiduciosa e credo che in sei mesi saremo in grado di dare altri tipi di risposte in base ai tumori dei quali sono affetti i pazienti».
Anche la Medicina nucleare sarà potenziata con la creazione di una moderna struttura di Diagnostica molecolare. Allo stesso tempo, la degenza ospedaliera vedrà una significativa espansione, consentendo un’assistenza più completa e personalizzata per i pazienti durante il loro periodo di ricovero.
Un’altra importante implementazione sarà la creazione della nuova Unità farmaci antiblastici, un’ala completamente dedicata a una moderna concezione di trattamento, che permetterà di personalizzare le cure per ciascun paziente, massimizzandone l’efficacia.
Fanno parte dello staff del laboratorio di Biologia molecolare, retto da un anno e mezzo da Maria Andriolo, e da sei mesi in pianta stabile al Raimondi di San Cataldo, Giuseppina Di Forti, Valentina Cucchiara e Valentina Miccichè.
L’ospedale, grazie alle implementazioni e la ‘vocazione’ spiccatamente oncologica diventa un punto di riferimento per la provincia nissena ma anche per i territori limitrofi come quelli di Agrigento ed Enna. Il trasferimento della Biologia molecolare a gennaio di quest’anno ha visto, grazie alla direzione strategica, un ampliamento anche negli spazi. Vengono effettuati esami come tamponi Covid, test per cascata coagulativa, test per celiachia, emocromatosi e ApoE, test di virologia, test di farmacogenetica; punto prelievi per tutta la provincia.
Il commento del commissario straordinario
«Oggi possiamo dire con soddisfazione che i fatti hanno smentito le parole e le congetture avanzate sul futuro del Maddalena Raimondi. La trasformazione in ospedale a vocazione prettamente oncologica è ormai una realtà- ha dichiarato il commissario straordinario Alessandro Caltagirone- Il nostro obiettivo è sempre stato quello di fornire un approccio terapeutico e assistenziale che tiene conto delle specifiche caratteristiche ed esigenze individuali di ciascun paziente. Il ‘Custom care’ e la ‘Pain therapy’, già consolidata nel servizio di Hospice e Terapia del dolore, assieme ad una profonda rivalorizzazione, stanno rendendo l’ospedale Maddalena Raimondi un punto di riferimento esclusivo per le cure oncologiche di tutta la provincia e non solo».
«Sono soddisfatto nel vedere- ha concluso il commissario- che la concretizzazione di questo progetto sta già creando una inversione dei flussi della popolazione di questa provincia e di quella siciliana, attratta da un sistema performante e di alta qualità assistenziale offerto dall’Asp di Caltanissetta».