«All’Asp di Agrigento si registra un’ indebolimento della tutela del lavoratore non essendoci ormai da molto tempo la volontà di dialogo tra l’azienda a tutti i vari livelli e le parti sociali, tale da rendere urgente e portare all’esterno le problematiche che ci interessano e affliggono». Lo scrivono in una nota Cimo-Fesmed, Cisl Medici, Fvm, Anaao-Assomed, Uil Fpl ed Aaroi-Emac, denunciando «la totale assenza di programmazione aziendale nonché la mancanza di relazioni sindacali in violazione delle disposizioni sancite dal C.C.N.L. e delle leggi che regolamentano la materia, atteso che ad oggi l’ASP è transitata da una vacanza gestionale per dimissioni del Direttore Generale pro tempore all’odierna gestione Commissariale».
Insanitas ha contattato l’Asp agrigentina per una replica, che finora non è arrivata. Intanto, i sindacati puntano l’indice contro «la inadeguatezza delle dotazioni organiche trasmesse all’Assessorato dall’Asp, per le quali abbiamo comunicato già il nostro dissenso rilevando molteplici criticità in ordine alla carenza di personale medico e sanitario». Sotto accusa pure «l’assunzione del personale medico non secondo il fabbisogno aziendale e relativamente alle figure mancanti utili a garantire i LEA, ma in modo arbitrario». Inoltre secondo Cimo-Fesmed, Cisl Medici, Fvm, Anaao-Assomed, Uil Fpl ed Aaroi-Emac c’è «l’assenza di interventi in tema di sicurezza dei lavoratori, rispetto dell’orario di lavoro e sicurezza delle cure in un periodo drammatico ed emergenziale per la salute pubblica a causa della pandemia Sars-covid19. La situazione si renderà ancora più complicata con l’approssimarsi della stagione estiva in cui tutti i lavoratori del comparto e dirigenti medici non potranno usufruire del riposo feriale, in questo periodo storico più che mai necessario».
I sindacati concludono: «Più volte l’Azienda è stata sollecitata ad istituire l’ufficio relazioni sindacali, nominare la delegazione trattante di parte pubblica ed avviare le procedure di attivazione del Contrattazione collettiva integrativa. Chiediamo un percorso di dialogo e confronto costruttivo, utile agli interessi omnicomprensivi della categoria, dal quale scaturisca l’input per poter essere un’unica cosa in seno al circuito gestionale dell’azienda. Solo così potrà garantirsi un servizio essenziale ad esclusivo beneficio dell’intera comunità e dell’utente finale».