AGRIGENTO. «Fuori luogo e decontestualizzata dalla realtà la disposizione che riduce dall’oggi al domani le ore di servizio del personale Covid, Oss ed infermieri, presso le strutture sanitarie ospedaliere e territoriali dell’Asp di Agrigento». Lo afferma Carmelo Pullara, vice presidente della Commissione Sanità all’Ars, aggiungendo: «Con direttiva del 3 maggio la direzione aziendale ha ridotto le ore lavorative da 36 a 24 per gli infermieri e da 36 a 18 per gli Oss. La cronica carenza di personale di tutte le professioni è stata solo leggermente alleviata dalla presenza del personale covid. Una visione ragionieristica che si scontra con le esigenze di salute delle comunità dell’Agrigentino».
«Invito pertanto, senza indugio, la direzione dell’Asp nella sua intera composizione a revocare la disposizione in parola per evitare ricadute negative sulla salute dei cittadini- afferma Pullara- Così come li invito a definire le numerose procedure di reperimento del personale avviate è mai concluse a partire da Oss, infermieri ed ausiliari di cui quest’ultimi ancora assunti con gra
duatoria vecchissima. Piuttosto che tagliare si pensi a fare lavorare ed al meglio. In assenza di revoca sarò costretto ad effettuare apposite visite ispettive presso le strutture sanitarie e documentare la situazione di carenza assistenziale. Sono certo che non ci sarà bisogno ed il buon senso prevarrà».
LA REPLICA DELL’ASP DI AGRIGENTO
Contattato da Insanitas per una replica, il commissario straordinario dell’Asp di Agrigento, Mario Zappia, sottolinea: «Il richiamato provvedimento di contrazione oraria fa riferimento a un monitoraggio continuo dell’operato degli operatori nella gestione covid-19. In considerazione del fatto che il numero di vaccinazioni settimanali è sceso, su base provinciale, al di sotto delle mille somministrazioni e che anche la quantità di tamponi eseguiti è calata considerevolmente, non appare giustificato mantenere lo stesso impegno orario dei lavoratori. Ovviamente nessuno sta dicendo che il personale ‘andrà a casa’ ma è ovvio che l’impiego va sempre commisurato alla reale necessità».
«Se qualcuno ritiene- continua Zappia- che gli ‘operatori covid’ possano essere impiegati in ambiti ‘non covid’, dico subito che diverse circolari dell’Assessorato regionale della Salute e di vari organi di vigilanza raccomandano chiaramente di non procedere lungo questa direzione lavoro visto che un ‘utilizzo improprio’ del personale sarebbe oggetto di opportune obiezioni da parte della Corte dei Conti. I lavoratori sanno bene peraltro che, dal prossimo primo luglio, verrà portato avanti l’iter di stabilizzazione per cui risulta difficile capire quale sia il danno di aver commisurato, come imposto dalla legge, l’impegno orario all’effettivo lavoro da svolgere».
«Ovviamente – conclude Zappia – così come previsto dalla dotazione organica, se al mutare delle condizioni dovessimo ritenere necessario un impegno maggiore siamo sempre in grado di tornare ad aumentare le ore d’impiego del personale. Si tratta di normale amministrazione e di una programmazione a contrasto della crisi epidemiologica basata sul reale fabbisogno».