PALERMO. Quasi un milione di italiani “colpiti” da forma grave di asma su tre milioni di ammalati complessivi nel nostro paese; la scoperta di nuovi farmaci e una medicina di precisione per garantire ai pazienti un alto tenore di vita. Questi gli argomenti principali emersi dalla due giorni “International summit on severe asthma and concomitant diseases”, il convegno dedicato all’asma grave e alle patologie concomitanti che si è tenuto a Palermo all’Nh Hotel, patrocinato dalla Simreg (Società italiana di medicina respiratoria in età geriatrica) con Collage Spa come Provider.
Al convegno (CLICCA QUI per le interviste video), diretto da Nicola Scichilone professore ordinario malattie dell’apparato respiratorio e direttore Uoc pneumologia del Policlinico Giaccone di Palermo e con il coordinamento scientifico di Alida Benfante dirigente medico Uoc pneumologia del Policlinico Giaccone di Palermo, hanno preso parte esperti e ricercatori di fama nazionale e mondiale.
Nel corso del forum non solo l’aggiornamento scientifico, ma anche i temi legati al perfezionamento e all’innovazione delle procedure diagnostiche oltre le terapie specifiche per la gestione del paziente asmatico grave.
«L’asma viene a volte banalizzata, in realtà è una patologia molto diffusa che può evolvere in alcuni casi in forme gravi-dice Nicola Scichilone– Abbiamo riunito a Palermo esperti da ogni parte del mondo per fare il punto sulle novità diagnostiche e terapeutiche, basate sul concetto di multidisciplinarità. Oggi, infatti, è fondamentale avvalersi di diverse figure professionali per garantire ai pazienti cure efficaci, mettendo al centro ovviamente lo pneumologo con funzioni di coordinamento. Il consiglio migliore per il paziente è quello di abolire il ricorso alle terapie solo al bisogno. La patologia asmatica può essere insidiosa, mantenersi silente per un lungo periodo per poi esplodere in forma grave. Quindi è fondamentale, alla comparsa dei primi sintomi, il ricorso immediato allo specialista, ovviamente d’accordo con il medico curante. Altrettanto importante, per evitare l’evolvere della malattia nelle sue forme più gravi, è non abbandonare il trattamento e il controllo al termine della fase acuta. Solo così è possibile garantire al paziente asmatico una qualità di vita normale».
«Durante il periodo del Covid abbiamo seguito i pazienti con il supporto della telemedicina- spiega Pierachille Santus, direttore della Pneumologia all’ospedale Sacco di Milano- La distribuzione dei farmaci avveniva grazie alla rete delle farmacie. Nella seconda fase della pandemia, e quindi dopo l’implementazione dei “percorsi grigi” all’interno degli ospedali, è stato possibile di nuovo offrire assistenza nelle strutture ospedaliere. Un dato curioso, confermato da parte della letteratura, che è emerso durante la pandemia, è che i soggetti asmatici, forse per via delle caratteristiche biologiche della malattia o forse per i trattamenti farmacologici a cui i soggetti asmatici gravi sono sottoposti, sviluppavano forme meno gravi di Covid».
«Le patologie respiratorie croniche sono molto complesse- spiega Paola Rogliani (direttore Malattie dell’Apparato respiratorio al Policlinico Tor Vergata di Roma)- soprattutto quando si parla delle comorbilità nei pazienti di fascia anziana che hanno spesso altre patologie. Sono pazienti che vanno valutati in maniera omnicomprensiva, anche dal punto di vista cardio-circolatorio, che diventa spesso rilevante e spia di altre patologie. Quando trattiamo pazienti che hanno asma grave o patologie dei bronchi, il paziente non va valutato solo per questi aspetti e durante la presenza di eventi acuti, ma vanno prese in considerazione tutte le situazioni collegate».
Un lavoro che va fatto in team, come spiega Salvatore Corrao, professore ordinario di Medicina interna al Policlinico di Palermo: «Per far funzionare le cose bisogna saper lavorare in gruppo, che vuol dire dividersi i compiti. Questo per me è fondamentale. I team patologici sono efficaci, è vero, ma vanno costruiti bene. In Sanità saranno sempre più importanti, perché questi pazienti diventano sempre più anziani e sempre più complessi da trattare».
I nuovi farmaci hanno permesso al paziente asmatico di poter godere di un’ottima qualità della vita anche in caso di malattia grave: «Abbiamo fatto notevoli passi in avanti sui trattamenti- dice Giorgio Walter Canonica (Responsabile del Centro medicina personalizzata: asma e allergologia dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano)- Siamo passati da un trattamento uguale per tutti ad una medicina di precisione. E, grazie alla diagnostica molecolare allergologica, abbiamo la possibilità di fare uno screening con 295 allergeni o componenti e quindi, preparare una cura ad hoc. Le possibilità sono molto più ampie. La nostra bravura deve essere quella di valutare come evolve la malattia su ogni singolo paziente».
«Tolto il 5 per cento paziente con asma grave, il 95% dei pazienti viene ampiamente controllato da terapie che abbiamo a disposizione- spiega Mario Cazzola, professore di Medicina respiratoria- Nella mia carriera ho visto morire pochissime persone a causa dell’asma. Oggi, l’utilizzo della tripla terapia e dei farmaci biologici è molto efficace».