Farmacia

La terapia anti-Covid

Anticorpi monoclonali, al “Cervello” somministrati a 40 pazienti e con buoni risultati

«Noi abbiamo utilizzato il farmaco in associazione e in monosomministrazione», afferma Tiziana Maniscalchi, che parla pure degli anticorpi ampiamente neutralizzanti balzati recentemente agli onori della cronaca tra le pagine della prestigiosa rivista scientifica “Nature”.

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PALERMO. Negli ultimi giorni sta diminuendo la pressione sugli ospedali palermitani e siciliani in genere, le motivazioni di questa tendenza sono diverse tra cui le restrizioni e l’istituzione della zona rossa in molti Comuni. Secondo gli esperti, però, c’è anche un altro fattore che sta giocando a favore della diminuzione dei ricoveri per Covid-19, cioè gli anticorpi monoclonali che sono sbarcati sulla nostra isola a marzo e da subito sono stati utilizzati nei centri Hub (ospedale “Cervello” di Palermo per la Sicilia Occidentale e il “San Marco” di Catania per la Sicilia Orientale) e nelle strutture che ne hanno fatto richiesta.

«Relativamente ai dati di ieri siamo a circa 150 erogazioni di monoclonali in tutta la Sicilia, di questi circa 80 sono stati trattati nella zona Occidentale e il resto nella Sicilia Orientale. Il “Cervello” ha somministrato dosi a circa 40 pazienti, quindi siamo il Centro che ha erogato più monoclonali, e devo dire che sta andando bene perché di questi ne abbiamo ricoverati solo sei- riferisce Tiziana Maniscalchi, direttore facente funzioni del pronto soccorso Covid dell’ospedale “Cervello”- Ho già comunicato tutto ad Aifa, infatti, questi sei pazienti che hanno avuto la necessità di usare l’ossigeno, hanno avuto dei tempi di degenza molto brevi e adesso sono tutti a casa, quindi complessivamente sta andando bene».

Attualmente, come comunicato dalla Regione, sono 27 i centri siciliani autorizzati ad erogare il trattamento. Il primo anticorpo ad arrivare è stato il Bamlanivimab il 17 marzo, seguito da Etesevimab, prodotti entrambi dall’azienda italiana Eli Lilly, ma vengono utilizzati con successo anche gli anticorpi monoclonali prodotti da Regeneron quindi il Casirivimab e l’Imdevimab.

L’Aifa consiglia di usarli in associazione ma possono essere utilizzati anche singolarmente: «Noi abbiamo utilizzato il farmaco in associazione e in monosomministrazione. L’utilizzo di più anticorpi si spiega con il fatto che le parti di proteina che vengono bloccate sono più di una, ma al momento non abbiamo visto grosse differenze anche usandone solo uno, probabilmente perché abbiamo trattato i pazienti sempre in fase precoce- spiega ancora la dottoressa Maniscalchi- Da poco abbiamo dimesso una signora di 92 anni con una polmonite al 15% per cui l’alternativa sarebbe stata una progressione più grave della malattia. Stamattina abbiamo fatto il follow-up dei primi 5 pazienti a cui sono stati somministrati i monoclonali ad un mese dal trattamento e stanno tutti bene, quindi hanno terminato lo studio. Un’altra decina di persone sarà contatta la prima metà di maggio e via via contatteremo telefonicamente tutti i pazienti per constatare le loro condizioni di salute, ma tutto sommato l’impressione è assolutamente buona».

L’obiettivo dei trattamenti con i monoclonali contro il Coronavirus è infatti proprio quello di evitare che la malattia degeneri e ridurre il rischio di ospedalizzazione, perché si tratta di farmaci dall’efficacia elevata, con nessun evento avverso finora segnalato. In queste settimane, il protocollo per la somministrazione dei monoclonali in Sicilia ha terminato il rodaggio e sta adesso procedendo spedito, come conferma la Maniscalchi: «Tutto è partito da un bando Aifa che prevedeva il reclutamento di Centri che si proponevano per somministrare i monoclonali, a fronte della individuazione di questi centri c’è stato un lavoro certosino della Regione che con una circolare ha messo a conoscenza della situazione tutti i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e le Usca. Ognuno di loro ha ricevuto un fascicolo di 40 pagine in cui viene spiegato quando e come contattare i centri di erogazione del farmaco. Forse sarebbe più opportuno che ci arrivasse qualche segnalazione in più, ma comunque quando arrivano noi facciamo accedere il paziente in struttura in giornata, quindi abbiamo dei tempi rapidissimi per la somministrazione».

Nella lotta al Coronavirus altri alleati si stanno facendo strada, sono gli anticorpi ampiamente neutralizzanti balzati recentemente agli onori della cronaca tra le pagine della prestigiosa rivista scientifica “Nature” in cui gli scienziati ventilano l’idea di progettare vaccini a partire da questa speciale classe di anticorpi, molto efficaci contro virus correlati e varianti: «Il nuovo anticorpo è un’evoluzione degli anticorpi monoclonali conosciuti fino ad ora perché in un’unica molecola vengono selezionati due anticorpi che colpiscono due parti della stessa proteina. In atto la ricerca propende a trovare la parte di proteina più stabile possibile (epitopo) e bloccarla, in modo tale da bloccare anche le varianti, capacità che questo monoclonale sembra avere. Si tratta quindi di un anticorpo di sintesi che viene prodotto sempre dai linfociti dei pazienti iperimmuni, ma riesce a bloccare le varianti. Non è un dettaglio di poco conto se consideriamo la capacità innata del virus ad Rna di replicarsi con le varianti perché cerca di sopravvivere», conclude Tiziana Maniscalchi, recentemente nominata anche coordinatrice dei posti letto Covid di Palermo e provincia.

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