MESSINA. Con l’obiettivo di fare il punto sulla situazione odierna della pneumologia siciliana, è stato organizzato a Messina il I Congresso Regionale della Società Italiana di Pneumologia (SIP/IRS). Medici, infermieri e tecnici dell’Arpa si sono riuniti al Monte di Pietà per trattare diverse tematiche di grande interesse specialistico, tra cui il rapporto tra inquinamento ambientale e la salute dei cittadini.
La scelta di focalizzarsi sull’inquinamento non è stata casuale per gli pneumologi siciliani, che hanno così voluto sottolineare la gravità del problema in Sicilia e le sue ricadute sulla salute pubblica. Sotto la lente d’ingrandimento della SIP, sono finte tre zone in particolare, dichiarate di interesse nazionale perché i poli industriali che vi si trovano sono fortemente impattanti per il territorio siciliano: Gela, Siracusa e Milazzo. Queste aree sono state monitorate dall’Arpa che ha trovato inquinamento a tutti i livelli: suolo, sottosuolo, acque marine, sedimenti, aria.
Eppure durante i numerosi controlli risulta sempre che le industrie citate rispettino i parametri ambientali, com’è possibile? La diatriba ha origine nella legislazione italiana e in particolare nel D. Lgs. 155/2010 che non contempla alcuni agenti inquinanti come gli idrocarburi non metanici, l’idrogeno solforato e lo stilene.
Per gli inquinanti normati, invece, non viene fatta alcuna distinzione tra adulti e bambini; non si tratta di un cavillo inutile perché l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ricordato che, in Europa, su 3 milioni di morti l’anno per inquinamento, 576.000 sono bambini.
Alla luce di ciò appare chiaro che la SIP con l’incontro ha voluto avviare un giusto processo di collaborazione tra l’Arpa e l’Asp al fine di spingere le istituzioni, soprattutto nazionali, a farsi carico del problema e legiferare in merito in maniera più restrittiva, seguendo le direttive dell’Oms, prima che sia troppo tardi.