CATANIA. Già proclamato lo stato di agitazione, viene annunciata in caso di mancato accordo pure la proclamazione di una o più giornate di sciopero. Al Policlinico Vittorio Emanuele di Catania è scontro aperto sui parcheggi esistenti e su quelli in corso di assegnazione tramite project Financing.
I sindacati Fsi-Usae, Nursind e Flc Cgil chiedono la revoca del bando sugli stalli del presidio Rodolico pubblicato pochi giorni fa in Gurs e l’istituzione di un tavolo permanente per la sicurezza dei lavoratori.
Adriana Aloisi (segreteria provinciale Flc Cgil), Marco Di Bartolo (segretario aziendale Nursind), Salvatore Vaccaro e Calogero Coniglio (rispettivamente segretari Provinciali del Nursind e della Fsi- Usae) hanno scritto al prefetto di Catania e all’assessore regionale della Salute, Baldo Gucciardi, comunicando che i lavoratori dell’azienda ospedaliera universitaria “Policlinico Vittorio Emanuele”, riunitisi in assemblea il 21 settembre al Policlinico e il 12 settembre al Vittorio Emanuele, unitamente alle tre Organizzazioni Sindacali, hanno proclamato lo stato d’agitazione.
I motivi? «La forte protesta dei lavoratori per la delibera adottata dalla direzione generale riguardante il bando di assegnazione dei parcheggi all’interno del Policlinico. C’è un problema di sicurezza per i dipendenti, che secondo il progetto sono costretti a parcheggiare al di fuori della struttura, in un multipiano, nel lato opposto del Policlinico, buio, lontano e pericoloso, di agevole accesso per malintenzionati».
Inoltre, secondo i sindacati «sussiste un problema di sicurezza anche al presidio Ferrarotto: da alcuni mesi è diventato un incubo lasciare le vetture all’interno della struttura. Una volta terminato il turno, in molti si ritrovano spesso con vetri rotti e segni di effrazione nelle automobili».
Le Organizzazioni Sindacali hanno richiesto al prefetto di Catania una urgente convocazione delle parti, cioè il direttore generale Paolo Cantaro e il rettore dell’Università, Francesco Basile, «per esperire la procedura di raffreddamento dei conflitti e sanare quanto di grave sta accadendo».
Infine, l’appello: «Il personale sanitario già vive condizioni di lavoro alquanto difficili e problematiche, con continui sacrifici, quindi ci aspettiamo dall’incontro non generici impegni, ma un piano di azioni in tempi certi e non lunghi. Se così non fosse, siamo pronti ad intraprendere successive azioni di mobilitazione per garantire la sicurezza di chi lavora».