Dal palazzo

La protesta

Aggressioni nella guardie mediche, lo Snami: «Subito i rimedi, prima che ci scappi pure il morto…»

La protesta dopo la violenza sessuale nei confronti di una dottoressa a Trecastagni.

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«I medici di guardia medica sono stati lasciati soli, senza nessuna sicurezza, nell’espletamento del proprio servizio. In pochi mesi si sono verificati già due gravissimi episodi solo in Sicilia». Lo afferma Giancarmelo La Manna (nella foto), Responsabile Nazionale SNAMI di Continuità Assistenziale, dopo l’ennesima aggressione subita da un medico all’interno di un presidio di guardia medica.

«Quanto accaduto alla collega di Catania, a cui va la solidarietà mia e di tutto lo SNAMI, è lo stesso copione di quello capitato ad un medico donna di Continuità Assistenziale a Maggio di quest’anno nella Provincia di Messina- continua La Manna- Così come la stessa l’inerzia e l’insensibilità con cui le Asp e l’Assessorato alla Salute hanno risposto alle accorate richieste, prodotte nei mesi, e alle diffide di ottemperare alle norme, che prevedono l’adozione di misure minime di sicurezza nei Presidi di Continuità Assistenziale. Cosa dobbiamo aspettarci ancora prima che gli Enti preposti prendano in debita considerazione l’emergenza di messa in sicurezza dei presidi di Continuità Assistenziale? Chi sarà responsabile della prossima vittima annunciata?».

Poi lo Snami aggiunge: «Quando deciderà il Direttore Generale di convocare il comitato aziendale richiesto, “con urgenza”, dallo Snami settore Continuità Assistenziale a giugno? Quando deciderà di investire poche migliaia di euro per mettere in sicurezza le postazioni di guardia medica, dotandole dei deterrenti necessari previsti (videosorveglianza, sistemi di allarme collegati direttamente con le forze dell’ordine, ecc)?».

Ed ancora: «Quando deciderà il Direttore Generale di proteggere e tutelare i propri medici di C.A., nonostante tutto sempre vicini al cittadino bisognoso di cure, rispettando la normativa contrattuale, più e più volte richiamata dallo Snami? Forse dopo che ci sarà un omicidio?».

«I medici di continuità assistenziale sono stanchi e non vogliono avere più paura di andare a lavorare, non sapendo come e se ritorneranno a casa. Lo Snami pertanto è pronto a difendere il diritto alla salute stavolta degli stessi medici, ed iniziare ogni forma di protesta contro l’Azienda e la Regione se continueranno a rimanere disattese le richieste di provvedimenti urgenti per la messa in sicurezza dei presidi di C.A. della Provincia di Messina e della Sicilia».

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