PALERMO. «Continuiamo a registrare la latitanza delle istituzioni sanitarie e al di là dei roboanti annunci di facciata non registriamo atti concreti. Insomma dietro le parole il nulla. Non dimentichiamo che al processo al violentatore della dottoressa della guardia medica di Trecastagni le istituzioni sanitarie non si sono costituite parte civile. Né l’Asp né l’Ordine dei medici».
A dirlo all’Adnkronos è Angelo Collodoro, vice segretario regionale siciliano del sindacato dei medici Cimo, dopo l’ennesima aggressione in ospedale verificatasi a Palermo, stavolta all’ospedale Cervello ai danni di un infermiere.
Un’escalation di violenza che ha coinvolto anche altri presidi e che ha indotti i medici a scendere in piazza a Palermo e il prefetto, Antonella De Miro, a convocare un vertice con i manager di Asp e ospedali per mettere a punto misure utili di contrasto agli episodi di violenza in corsia. «Solo annunci- afferma Collodoro- Qualcuno ha provato in passato a giustificare le aggressioni al personale sanitario con le lunghe attese e i disservizi, che in questo caso non ci sono stati».
Nei prossimi giorni, ha annunciato l’assessore Razza, sarà illustrato il piano straordinario per la sicurezza nei pronto soccorso. «I piani non mancano mai, ma dietro le parole i fatti stanno a zero», afferma Collodoro.