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A caccia degli anticorpi che “uccidono” il Covid-19: dubbi e certezze della sierologia

Intervista al dottor Ignazio Brusca, direttore del reparto di Patologia Clinica dell’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo

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Si sente parlare sempre più spesso di test rapidi per il Covid19, argomento che noi di Insanitas abbiamo affrontato con il dottore Ignazio Brusca, direttore U.O.C. di Patologia Clinica all’ospedale Buccheri La Ferla Fatebenefratelli di Palermo che ci dice: “Prima dell’avvento della biologia molecolare la diagnosi si faceva con la sierologia, ossia con la ricerca di anticorpi, ma attualmente si fa solo il tampone con una metodica che prevede la ricerca diretta del virus. Questo presenta delle problematiche, quali il costo elevato, la produttività e il fatto che necessita di una conferma da parte di un centro autorizzato, perché si tratta di un test non “maturo”.

Cosa vuol dire non maturo?

Normalmente un test in biologia molecolare prima di essere messo in commercio richiede molto tempo per le prove, la messa a punto ed il confronto con altri test di riferimento. Cosa che in questo caso non è avvenuta perché sono stati consegnati in un mese, massimo due.

E’ per questo che bisogna fare un secondo passaggio, come quello che si fa al Policlinico di Palermo, per quanto riguarda la Sicilia orientale?

Esattamente, in quanto al Policlinico utilizzano un metodo che è quello che attualmente viene considerato di “riferimento”. Ma il tampone non può essere considerato una verità assoluta, in quanto presenta delle problematiche di quantità di analisi che si possono fare, un costo elevato e comunque non è un vero e proprio “gold standard” tant’è che si richiede la conferma con un secondo test. Le linee guida della Organizzazione Mondiale della Sanità (emesse il 19 marzo u.s.) in merito al Covid-19, prevedono di utilizzare la sierologia, ossia la ricerca degli anticorpi, nei soggetti negativi al tampone ma che presentano una sintomatologia tale da far sospettare una possibile infezione da Covid-19. Indicazione utilissima per le evidenze epidemiologiche.

Purtroppo in questa fase emergenziale ci troviamo in presenza di una commercializzazione selvaggia e una politica aggressiva di vendita di test rapidi su Card basata sulla ricerca degli anticorpi. Si può affermare che al momento questi test sierologici non sono sufficientemente attendibili circa la validità in termini di sensibilità e specificità. Studi ulteriori potranno confermarne scientificamente la validità. Intanto, l’assessorato alla Salute ha emesso una circolare in cui blocca l’utilizzo di tutti i test sierologici a causa di questo mercato selvaggio.

Ma tutti i test sierologici non sono attendibili?

La sierologia è possibile farla ma con i giusti criteri. Normalmente si segue il movimento degli anticorpi, la cosiddetta “cinetica”. Diversi studi hanno dimostrato che l’infezione da coronavirus, come tutte le altre infezioni, provoca la produzione degli anticorpi IgM che compaiono all’incirca dopo 3/5 giorni alla comparsa dei sintomi. Successivamente si ricercheranno gli anticorpi della classe IgG, che si presentano in seguito a un’infezione e rimangono in circolo garantendoci l’immunità nei confronti dell’agente patogeno. Ad oggi non si sa per quanto tempo questi rimangono presenti. Effettuare in due momenti distinti il dosaggio delle IgM e delle IgG e monitorarne il valore in salita o in discesa (cinetica) è molto importante perché ci consente di fare la diagnosi, così come si sono fatte da sempre le diagnosi per tutte le altre infezioni. Questo significa che i dosaggi devono essere quantitativi e non come quelli su Card che sono qualitativi, ammesso che quest’ultimi funzionino.

Cosa si intende per qualitativo e quantitativo?

Qualitativo significa che dà esito positivo o negativo, non dice quanti anticorpi ci sono. Il quantitativo ci dice quanti anticorpi ci sono ed è importante vederne la variazione nei prelievi successivi, perché ci indica in che fase è il paziente.

È già possibile fare questo tipo di analisi?

Si è possibile eseguirla; in commercio ci sono attualmente pochi metodi quantitativi ma che danno comunque risultati abbastanza attendibili. Il Ministero della Salute nella circolare del 28 febbraio scorso, ha messo tra i criteri di guarigione proprio la ricerca degli anticorpi di classe IgG, quelli detti “protettivi”. In quanto l’infezione è asintomatica nel 75% dei casi. Dosando le IgG si individuano i pazienti che hanno avuto l’infezione in maniera asintomatica e che verosimilmente sono protetti; dato che diventa importantissimo per gli operatori sanitari che stanno pagando un prezzo altissimo. Conoscere gli operatori sanitari “protetti” ci permetterebbe, ad esempio, di selezionare quelli che hanno un basso rischio.

Quanti test si possono fare, quali le principali differenze con il tampone?

La sierologia è molto più rapida perché può essere processata in maniera automatica e la produttività di un paio di sistemi, che sono in commercio, consentono dai 150 ai 200 test l’ora, invece per quanto riguarda i tamponi un laboratorio può processarne mediamente 100 – 150 al giorno. Poi i costi sono notevolmente inferiori rispetto al tampone e permettono di avere delle informazioni sullo stato immunitario del soggetto.

In Sicilia chi è dotato di questi sistemi?

Dipende dal sistema in uso: se si prendono i sistemi basati sul metodo “Elisa” ma che danno minori garanzie, quasi tutti gli ospedali ne sono forniti. Se si prendono quelli basati su una reazione chimica che provoca l’emissione di luce la cosiddetta “chemiluminescenza”, probabilmente sono meno gli ospedali attrezzati. Uno dovrebbe essere presente a Messina, uno forse a Siracusa e un sistema lo installeranno la prossima settimana al Buccheri, ma siamo in attesa di indicazioni precise da parte dell’assessorato alla salute.

Per concludere un dato importante è che i cinesi arrivati in Italia hanno portato il plasma di pazienti guariti per fare le infusioni ai malati, questo esempio è utile per ribadire il concetto che nel plasma sono presenti gli anticorpi che aiutano i pazienti e che questi hanno un’azione protettiva.

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